KIEV – E’ trascorsa un’altra notte di sirene e bombardamenti in Ucraina, dove ieri è stato colpito anche un teatro a Mariupol che ospitava centinaia di civili, bambini compresi. “Fine della guerra, garanzie di sicurezza, sovranità, ripristino dell’integrità territoriale, garanzie e protezione: sono queste le priorità del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che afferma di lavorare fin da ora a programmi di ricostruzione per il Paese. Il Financial Times anticipa una bozza del piano di pace, in 15 punti, che include la rinuncia dell’Ucraina alla Nato e la promessa di non ospitare basi militari straniere o armi, in cambio di protezione da Usa, Gb e Turchia. Per Kiev però sono “solo le richieste russe”. Per il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, “le delegazioni sono lontane dal raggiungere un accordo: “C’è ancora molto lavoro da fare, dettagli da limare e compromessi da accettare, per arrivare ad un accordo di pace tra Ucraina e Russia. Devo essere chiaro, entrambe le delegazioni, quella russa e quella ucraina, sono lontane dal raggiungere un accordo sulla situazione attuale”.
LA DIRETTA
19.00 – Si apre uno spiraglio per un accordo Mosca-Kiev. Ed è possibile ‘nell’arco di 10 giorni’. L’annuncio è del capo delegazione ucraino che ammette: ‘La firma di un accordo di pace porrà fine alla fase acuta del conflitto, ci permetterà di onorare tutti coloro che sono stati uccisi e iniziare la ricostruzione del Paese. Ma dubito che per gli ucraini la guerra finirà lì, non dopo tutto quello che abbiamo passato’. Il ruolo di mediazione e garanzia della Turchia e l’annuncio di un possibile faccia a faccia Putin-Zelensky. Domani la telefonata Biden-Xi. ‘Un dittatore omicida’, un ‘puro criminale’: così Joe Biden ha definito oggi Vladimir Putin.
18.50 – “Oggi tutti cerchiamo la pace, ma purtroppo il presidente Putin non vuole la pace”. Lo ha detto il premier, Mario Draghi, in conferenza stampa.
17.30 – L’operazione in Ucraina porterà alla luce i “traditori” all’interno della Russia, ha detto il Cremlino facendo eco alle precedente appello del presidente Vladimir Putin a “purificare” la società russa. “In queste situazioni, molte persone si mostrano come traditori”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. “Svaniscono dalle nostre vite da soli. Alcuni lasciano i loro posti, altri lasciano il Paese. È così che sta avvenendo la purificazione”, ha detto Peskov aggiungendo tuttavia che la “stragrande maggioranza” dei russi sostiene Putin.
16.20 – Si moltiplicano i tentativi di ripresa dei negoziati tra Russia e Ucraina da parte dei diversi leader mondiali in attesa che i colloqui tra le parti in conflitto riprendano. Oggi c’è stata una telefonata tra il presidente turco Erdogan e il leader russo. E secondo il ministro degli Esteri turco Cavusoglu, Putin potrebbe avere un incontro faccia a faccia con Zelensky. Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba avrebbe chiesto, secondo Cavosoglu, che i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, più Turchia e Germania siano i garanti” di un possibile accordo con la Russia.
16.10 – “Migliaia” di volontari ceceni sono diretti in Ucraina. Lo assicura il leader ceceno Ramzan Kadyrov.
15.10 – Se l’Ucraina dovesse continuare la sua escalation contro la Bielorussia, Minsk non la lascerà senza risposta”. Lo ha detto il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, citato dalla Tass, aggiungendo che se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rifiuta di firmare un accordo con Putin, poi sarà costretto a firmare un atto di capitolazione.
13.29 – Il presidente ucraino Zelensky parlerà in video collegamento alla Camera dei Deputati di Montecitorio il prossimo 22 marzo.
13.06 – Il presidente americano Joe Biden parlerà con Xi Jinping domani sull’Ucraina. Lo afferma la Casa Bianca
12.01 – Sono 130 le persone finora uscite vive dal teatro di Mariupol che è stato bombardato dai russi. Lo dice la parlamentare ucraina Olga Stefanyshyna. “Il rifugio antiaereo vicino al Mariupol Drama Theatre ha resistito. Circa 130 persone sono già state salvate. I blocchi sono stati smantellati”, ha scritto su Facebook la deputata.
11.09 – Il Cremlino ha respinto la richiesta della Corte internazionale di giustizia Onu dell’Aja di sospendere l’operazione militare in Ucraina.
11.08 – Oggi riprendono i colloqui tra i negoziatori russi e ucraini. Lo fa sapere il Cremlino, citato dalla Tass.
10.50 – “Dopo una terribile notte di incertezza la mattina del ventiduesimo giorno di guerra, finalmente buone notizie da Mariupol. Il rifugio antiaereo ha resistito. La gente sta uscendo viva dalle macerie!”
10.30 – Il deputato ucraino Serhiy Taruta afferma che il rifugio antiaereo del teatro drammatico di Mariupol ha resistito all’attacco, le persone sono sopravvissute. Lo dice in un post sulla sua pagina Facebook citato da Unian .
9.10 – Le bombe sul teatro-rifugio di Mariupol: secondo Human Rights Watch, potevano
esservi ospitati fino a 500 civili, ma non si è in grado di determinare se lo avessero lasciato immediatamente prima dell’ attacco. Nelle immagini satellitari si vedono due scritte
“bambini” in caratteri cirillici davanti e dietro la struttura.
8.30 – Sono arrivati a Cefalù dieci profughi, tra mamme e bambini scampati alla guerra in Ucraina. Ad accoglierli fra gli altri il vescovo Giuseppe Marciante e il Direttore della Caritas e alcuni volontari che si sono adoperati per rendere possibile il loro arrivo e la loro accoglienza. Le mamme e i loro bambini saranno ospiti in una struttura messa a disposizione dal Seminario Vescovile e dedicata alle “Querce di Mamre”, luogo simbolo dell’accoglienza di Abramo. “Un ringraziamento va alla ditta Cento Impianti di Cefalù e alla falegnameria Abcg di Pino Battaglia di Montemaggiore Belsito che hanno contribuito a rendere accogliente l’appartamento. Un grazie speciale all’Associazione Ristoratori di Cefalù che nei primi giorni della loro permanenza offrirà il pranzo agli ospiti della Domus”, afferma una nota “Grande la solidarietà dimostrata dalle famiglie che hanno risposto all’invito della Diocesi dando la propria disponibilità ad ospitare i fratelli e le sorelle in fuga dalla distruzione della guerra, circa 40 da tutto il territorio diocesano”, prosegue la nota.
8.00 – “Ci sono una serie di fattori che fanno la differenza nella posizione russa nei colloqui – dice il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba – . Il primo è la feroce resistenza dell’esercito e del popolo ucraini sul campo, il secondo sono le sanzioni imposte alla Russia, che fanno crollare e soffrire l’economia russa. Fattori che hanno costretto la Russia a cambiare leggermente posizione. Non posso definirlo un cambiamento drammatico o serio ma, date le circostanze, ogni mutamento nella posizione russa è costruttivo. Perché loro iniziano con degli ultimatum che, se messi insieme, costituiscono una resa unilaterale dell’Ucraina e questo non è accettabile”.