“Ho bisogno della cannabis per curarmi ma è un supplizio" - Live Sicilia

“Ho bisogno della cannabis per curarmi ma è un supplizio”

“Il processo per accedere a questo piano è molto difficile. In farmacia spesso non è presente il prodotto o la quantità richiesta“

PALERMO – “Ho bisogno della cannabis per uso terapeutico. Ho 39 anni e da un paio di anni, a causa di una serie di patologie, devo seguire delle terapie del dolore. Ogni mese c’è una difficoltà e non possiamo avere la quantità necessaria. Il mese scorso mi hanno portata in clinica con la pressione alle stelle. Una volta ho anche pianto in farmacia, ero veramente arrabbiata“. È la storia di Valeria, che usa la cannabis ma solo per curare le proprie patologie e non, come le è stato detto da qualcuno, per drogarsi.

“Sono riuscita, grazie alla dottoressa che mi seguiva, ad accedere alla sezione del Buccheri La Ferla che si occupa di cure palliative con la cannabis e in qualche modo riesco a curarmi. Sull’uso della sostanza c’è un dibattito aperto da tantissimo tempo, ma non se ne viene fuori“. 

Valeria, così come molti altri, non sa se ogni mese potrà avere la sua cura perché, ci racconta “il problema grosso è legato alla mancanza di garanzia su questa terapia nonostante ne sia riconosciuta la necessità“ terapia che ha anche un costo “eccessivo e grava sulle famiglie. Io – ci racconta Valeria -, mi sono dovuta reinventare perché con le mie patologie era praticamente impossibile trovare lavoro. Se lo Stato non fornisce un contributo la situazione diventerà pesante“.

“Il processo per accedere a questo piano è molto difficile. Ogni mese il paziente deve consegnare l’impegnativa in farmacia che, spesso, non ha il prodotto oppure non è presente la quantità richiesta“.  La situazione non è semplice nemmeno per i farmacisti che – spiega la paziente -“ricevono spesso insulti e sono costretti a fungere da ponte tra paziente e l’azienda sanitaria. Ogni mese ho problemi perché non ricevo la mia terapia completa e dalla farmacista mi sento dire che non può fornirmi il quantitativo necessario perché non ne resterebbe abbastanza per soddisfare le richieste di tutti i pazienti. Io riesco, ancora, ad andare avanti ma non tutti ci riescono“. 

La cannabis per Valeria è importante perché “mi permette di parlare, se non l’avessi, da un momento all’altro, non riuscirei a controllare il mio corpo, non potrei esprimermi alla perfezione. È di vitale importanza avere le terapie. Qualcuno si è anche rivolto alle piazze di spaccio, ma non sai cosa ti forniscono. Io, per esempio, posso prendere un tipo di cannabis prestabilito, non potrei mai rivolgermi alle piazze di spaccio“. Valeria avrebbe la possibilità di tornare all’uso dei farmaci ma questi le hanno creato dei problemi, al punto da renderla immunodepressa.

“Il mese scorso, per non lasciarmi senza terapia – ha raccontato Valeria -, mi diedero 80 ml, anziché 100. Il problema sta a monte e la maggior parte delle persone integra con quello che trova per strada, ma non è sempre funzionale, sono presenti i pesticidi. Io non me la sento di andare per strada e rifornirmi da loro. A me la cannabis permette di esprimermi e muovermi, senza diventerei un peso per la società“.


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