'Hope', a Catania la piattaforma che 'trasforma l'economia" - Live Sicilia

‘Hope’, a Catania la piattaforma che ‘trasforma l’economia”

Presentato un nuovo fondo di investimenti che promuove progetti di sostenibilità economica e ambientale per le città
ECONOMIA E FINANZA
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CATANIA – Un fondo di investimenti che si sposa con la filosofia green. Sembra strano ma è reale, si chiama HOPE ed è una piattaforma di investimento di lungo periodo che punta essenzialmente alla trasformazione e innovazione dell’economia con obiettivi ESG e che promuove progetti di sostenibilità economica e ambientale per le città, le imprese e i cittadini. Il filo che lega queste due realtà è la “coerenza – ha affermato il direttore di Banca Agricola Popolare di Ragusa, Saverio Continella, presente al Sal di Catania per la presentazione di questo progetto che vede BAPR unica banca in Sicilia promotrice di questo fondo -. Il green non è un’opzione ma una necessità inderogabile così come lo è la lotta all’inquinamento, la lotta per favore l’occupazione o quella per utilizzare in maniera intelligente la grande liquidità che c’è in giro”.

Direttore Continella cos’è HOPE?

Hope è un fondo chiuso ed è aperto a tutti gli investitori istituzionali e privati, ha il compito di investire sulle imprese sia sulle smart city, quindi sul pubblico. È complementare alle iniziative statali, a cominciare dal PNRR, perché, al contrario degli altri, ha una logica microeconomica. In questo modo investiamo per la ripresa del Paese”.

Ma non è solo questo, Hope che in inglese si traduce in “speranza”, contiene nel suo acronimo la definizione di Holding di partecipazioni economiche il primo nella storia della Repubblica italiana, tra l’altro, ad aver ottenuto la licenza Sicaf PIR Alternative dalla Banca d’Italia.

La spiegazione dei dettagli tecnici ci arriva da Michele Rolleri, chief Sales Officer di Hope: “È un fondo che nasce come benefit corporation sin dall’inizio e tutti i nostri investimenti saranno fatti in piccole e medie imprese, in progetti di sviluppo per società che vogliono crescere in modo trasversale e orizzontale e che vogliono essere accompagnate verso una transizione che non sia solo finanziaria ma anche ecologica, sostenibile, ambientale e sociale. L’obiettivo nostro è quello della quotazione in borsa al segmento MIV di Borsa Italiana, per permettere a tutti i cittadini, che lo desiderano, di poter uscire anche prima dei cinque anni, cioè il minimo per avere benefici fiscali. Vogliamo garantire a tutti gli investitori, una wayout sul mercato che non è condizionata, ma sempre disponibile a condizioni di mercato anche per importi piccoli”.

Cosa intende per importi piccoli, dieci euro basteranno?

“No, ma non saranno necessari neanche 500mila euro. Sarà un taglio adattabile davvero a un capitalismo per tutti. Non siamo ancora in grado di precisare il taglio minimo disponibile perché siamo in attesa del rilascio delle autorizzazioni della Consob”. 

Quali sono le marginalità di guadagno?

“Parliamo di un fondo di private equity, quindi un prodotto ad alta complessità che verrà collocato tramite le banche in sede di consulenza, ed ha, quindi, dei ritorni interessanti”. 

Indipendentemente dall’essere un privato o un’azienda, quali sono le caratteristiche che bisogna avere per accedere a questo fondo? Basta solo avere i soldi?

“Intanto come per tutti i fondi PIR (Piani Individuali Risparmio) che hanno una classe di rischio adeguata al rischio sottostante, delle competenze economico-finanziarie tali da poter comprendere la rischiosità dell’investimento. Ma per questo ci saranno le banche a offrire una consulenza adeguata ai loro clienti. E questo è il compito di Banca Agricola”.

Le autorizzazioni di Consob dovrebbero arrivare entro febbraio. Da allora in quanto prevedete la quotazione in borsa?

“Il collocamento durerà per tutto il 2022, l’obiettivo target è quello di raccogliere 500milioni di euro. La quotazione in borsa avverrà a chiusura dell’anno fiscale. Quindi noi chiederemo l’ammissione all’inizio del 2023”.


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