Palermo continua a perdere strati importanti e storici del suo tessuto economico. Dal primo febbraio 2012 lo storico Hotel Ponte ha chiuso i battenti e Palermo sembra non essersene accorta. Indifferente alla scomparsa dell’ennesimo tassello economico, la città non sembra accorgersi dei lavoratori dell’Hotel Ponte.
“Siamo in pochi – racconta un ex lavoratore dell’hotel – e non siamo in grado di sollevare un polverone”. Ma questa è una Palermo che va raccontata. “I clienti si cercano, perché da soli non vengono” era solito dire l’avvocato Ponte, fondatore dell’omonima struttura alberghiera. Ad oggi i lavoratori dell’albergo si ritrovano senza un lavoro. Molti di loro hanno visto crescere quest’azienda: “Eravamo parte di questo albergo, ci siamo sentiti abbandonati – spiega il maitrè – dopo tanti anni siamo stati trattati come degli sconosciuti” .
L’azienda non ha ancora provveduto a pagare le spettanze relative al trattamento di fine rapporto dei lavoratori, nonostante la proposta dei dipendenti di suddividerlo in più rate, per venire incontro alla dirigenza. Il segretario provinciale Fisascat Cisl, Pippo Chiofalo, dichiara: “Oltre al danno anche la beffa, in quanto ad oggi i dipendenti, oltre ad avere perso dopo quasi 30 anni il loro posto di lavoro, non hanno ancora ricevuto alcuna delle spettanze di fine rapporto dovute” .
Ancora una battuta del Segretario Regionale Fisascat Cisl, Mimma Calabrò: “Questa non è soltanto l’ennesima tragedia dell’occupazione. La chiusura dell’hotel Ponte rappresenta un duro colpo per l’economia palermitana ”. Un’economia, quella cittadina, che vede spegnersi mese dopo mese aziende che per anni sono state il marchio di un’imprenditoria sana e competitiva nel settore turistico.
Ma, forse, Palermo si renderà conto che un suonatore di clarinetto non è solo sottofondo. Un giorno la città si renderà conto che la musica nell’aria di questa città sono anche i successi delle sue imprese. Forse un giorno la città si fermerà rendendosi conto che qualcosa manca, che il suo futuro si sta esaurendo e non ci sarà più un clarinettista in via Ruggero Settimo.