ROMA – Luca Zingaretti compie 60 anni. La sua carriera di attore comprende una carrellata di ruoli diversi, con un personaggio che lo ha identificato per 21 anni agli occhi del grande pubblico: il commissario Montalbano.
La carriera tra cinema e teatro
Diviso da sempre tra tv, cinema e teatro, Luca Zingaretti ha mostrato tante facce, dal padre traditore, passando per l’avvocato truffaldino e lo spacciatore, a padre Pino Puglisi, o Perlasca, fino all’avvocato penalista e all’imprenditore Olivetti. Ha terminato le riprese per Sky della serie “Il Re” (in onda nel 2022), otto episodi in cui è il direttore di un carcere, Bruno Testori, a tinte dark con un prepotente lato oscuro. Di Zingaretti sentiremo la bella voce in sala dal 24 novembre nel nuovo film d’animazione Encanto, targato Walt Disney, di Jared Bush e Byron Howard: è Bruno, lo zio di Mirabel con il dono di prevedere il futuro.
Più volte interpellato sulla possibilità che torni a vestire i panni di Montalbano (al momento la fortunatissima serie, che dopo 20 anni continua a fare ascolti in repliche e controrepliche, non compare nei palinsesti e non ci sono tracce di set in allestimento), di cui ha tra l’altro diretto gli ultimi episodi, dopo la morte di Andrea Camilleri e dello storico regista Sironi, ha sempre risposto più o meno in maniera similare, “è stata una avventura professionale e umana meravigliosa”, esprimendo incertezza sulla continuazione dell’avventura a causa dei tanti addii che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni e che hanno costellato di lutti la serie tv.
Gli albori
Per Luca Zingaretti a cavallo degli anni Ottanta e Novanta arrivano i primi ruoli cinematografici, tra gli altri Gli occhiali d’oro di Giuliano Montaldo, Il branco di Marco Risi e Vite strozzate di Ricky Tognazzi. In tv nel 1997 interpreta il boss mafioso Pietro Favignana nella miniserie di Giacomo Battiato La piovra 8 – Lo scandalo, ma è nel 1999 che, ricoprendo i panni di Salvo Montalbano – il commissario di Vigata ideato dallo scrittore Andrea Camilleri – ottiene una grande popolarità, sia in Italia che all’estero. Con il suo senso di giustizia e la sua pietà umana, questo commissario si è immerso dal 1999 nel dolore, rimettendo ordine nelle cose senza accettare comode verità. E gli ascolti saranno da capogiro: un esempio per tutti, La giostra degli scambi (2018) ha raccolto 11 milioni 386 mila spettatori (45.1%).
Gli anni Novanta
Alla fine degli anni Novanta è nel cast dei film Tu ridi di Paolo e Vittorio Taviani e de L’anniversario di Mario Orfini, con le candidature ai Nastri d’argento del 1999 (come attore non protagonista) e del 2000 (come migliore attore). Nello stesso anno debutta anche come regista nel documentario Gulu. Successivamente Zingaretti continua a dividersi con successo tra piccolo e grande schermo. Al cinema prende parte a Texas 46 di Giorgio Serafini, Prima dammi un bacio di Ambrogio Lo Giudice, I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza, A casa nostra di Francesca Comencini, Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti e Sanguepazzo di Marco Tullio Giordana.
Il primo nastro d’argento
Nel 2010 vince il suo primo Nastro d’argento come migliore attore non protagonista grazie ai ruoli in La nostra vita di Luchetti e Il figlio più piccolo di Pupi Avati. A partire dal 2011 tra gli altri ruoli recita ne La Kryptonite nella borsa di Cotroneo, Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, Les vacances du petit Nicolas di Laurent Tirard, Perez di Edoardo De Angelis (ruolo particolarmente caro a Zingaretti), Il Vegetale di Gennaro Nunziante e L’incredibile storia dell’Isola delle Rose di Sydney Sibilla.
Nella sua carriera non mancano i biopic: da Pietro Nenni nella miniserie Il giovane Mussolini, Giorgio Perlasca in Un eroe italiano, Paolo Borsellino in I 57 giorni ed Adriano Olivetti in La forza di un sogno. Al cinema invece ha dato il volto a Don Pino Puglisi in Alla luce del sole di Faenza, che gli è valso un riconoscimento al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary e una candidatura ai David di Donatello del 2005 (come miglior attore). Nel 2018 per ricordare l’anniversario di uno degli avvenimenti più cruciali della storia contemporanea italiana, il sequestro Moro, Zingaretti ha portato su Rai1 l’orazione civile “55 Giorni. L’Italia senza Moro”.
Il teatro ha da sempre accompagnato la sua carriera professionale che lo vede impegnato nel duplice ruolo di attore e di regista e dopo aver concluso nel 2013 la tournée de La Torre d’avorio torna a confermare nel 2015 i sold out in tutta Italia con lo spettacolo The Pride. Nella stagione 2018/2019 e nel 2020 è impegnato come regista per lo spettacolo The Deep Blue Sea. Tra il 2020 e il 2021 vanno in onda gli ultimi tre episodi di “Montalbano” di cui Luca Zingaretti è non solo protagonista, ma anche regista.