La dieta mediterranea in Italia è in crisi e a pagarne maggiormente le conseguenze sarebbero maggiormente i bambini. E’ questo quanto riportato da un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il tasso di obesità infantile nel nostro paese si aggirerebbe addirittura intorno al 40%, segnale di una progressiva disaffezione dal regime alimentare basato su cereali, pesce, olio d’oliva, frutta e verdura. Gli italiani – che condividono questo primato con Grecia e Spagna – sono quindi stati bravi a trasmettere le proprie abitudini alimentari ad altri paesi europei, dimenticando loro stessi come mangiare bene.
Bevande zuccherate, dolci a merenda, troppo sale e grassi saturi avrebbero ormai preso largo campo nella quotidianità dei ragazzini, sempre più viziati dai genitori. Alle cattive abitudini a tavola ci sarebbe poi da sommare il progressivo abbandono dell’attività fisica e dello stare all’aria aperta: c’è una netta preferenza fra i bambini italiani per lo stare in casa, magari davanti a tv, pc, videogiochi e smartphone. Un binomio davvero pericoloso.
Diversa pare essere invece la situazione nel nord dell’Europa. A trainare il vecchio continente ci sarebbero i piccoli della Svezia, sempre più amanti della dieta mediterranea, al contrario dei paesi che l’hanno “creata” e adottata per primi, un paradosso.
Joao Breda, capo dell’ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili, al Congresso europeo sull’obesità che si è tenuto a Vienna tra il 23 e il 26 maggio scorso, ha confermato i numeri già citati: “La dieta mediterranea è morta. Dobbiamo recuperarla. Gli italiani riconoscono che c’è un problema e stanno cercando di fare qualcosa”.