PALERMO – La cosca lo avrebbe appoggiato, si sarebbe messa a disposizione per la raccolta dei voti, ma nelle casse dei boss non sarebbe arrivato quanto promesso. E’ ciò che emerge dalle carte dell’ordinanza che ha fatto finire in manette 47 persone nel corso dell’operazione Cupola 2.0, in cui le conversazioni della famiglia mafiosa di Misilmeri si concentrano, ad un certo punto, sulla figura di Antonino Tubiolo, politico di origini misilmeresi.
In particolare, le intercettazioni hanno documentato quanto detto da Pietro Merendino, un affiliato del clan, che stava valutando quante persone era possibile “spremere” per fare un po’ di soldi. Tubiolo, già vicepresidente del Consiglio provinciale di Palermo in quota Pd, sarebbe stato supportato per le elezioni, ma avrebbe destinato il denaro ad altro: “Quell’altro cornuto di Antonello Tubiolo – dice Merendino a Nocilla, altro affiliato della famiglia di Misilmeri – io ho fatto guerra e fuoco per farlo salire a questo gran cornuto che è nelle cose per Palermo della Regione, è salito questo gran cornuto i soldi che prende in più se li va a giocare tutti nelle macchinette…non sarebbe cosa di uno avvicinarci e dirci: Antonino una volta ogni tanto non ne buttare soldi nelle macchinette pensa per quelli che non si possono comprare manco il mangiare … e che devo fare?“.
Secondo Merendino, il denaro doveva essere destinato alla cosca, per questo ipotizzava cosa avrebbe detto a Tubiolo: “Ci direi, prendi qualche mille euro, duemila euro e li molli, questo devi fare, non pensare sempre per te a giocartele nelle macchinette che c’è gente che manco si può comprare il latte per i bambini”.
Quello con Tubiolo, non era stato l’unico tentativo di “rapporto” con il mondo della politica. Il mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno aveva già mostrato il suo interessamento nei confronti di Nino Calandrino, il quale nome viene fuori durante le conversazioni intercettate nell’abitazione di colui che era al vertice, Salvatore Sciarabba. Nel maggio 2017 si pianificavano già le mosse per le elezioni comunali di Misilmeri in quel momento lontane due anni.
A proporre Calandrino è Nocilla: “Volevo io accennare siccome fra due anni, tranne che mi va bene tutto… per quanto riguarda le elezioni a Misilmeri, noi abbiamo un amico in comune anche se non ti conoscevo, però è sempre stato… lui si chiama Nino…. Nino Calandrino … “avi” che ci dico…Nino candidati…”. Nocilla, a quel punto, ha riferito chiaramente al capomafia che l’elezione di Calandrino avrebbe assicurato alla loro famiglia la gestione dall’interno dell’economia cittadina: “Perché se non c’è una candidatura giusta, di una persona che possa…noi altri restiamo sempre fuori da tutte le parti, perché se non sei là dentro non ci esce niente, quindi pare che sia convinto, fermo restando..che non diamo disturbo a nessuno”.
Sciarabba ha quindi avallato la candidatura, ma precisando che era ancora troppo presto: “Vabbè poi quando … ne parliamo, ne parliamo e poi si vede il da farsi”. L’obiettivo di Nocilla era quello di una candidatura con una lista civica: “Io eventualmente posso accennare a lui di nuovo e il discorso che volevo fare è di una bella lista civica, con i cristiani giusti…senza partito”, D’altronde, proprio con il Comune di Misilmeri, Nocilla, in passato, aveva avuto dei problemi e puntava quindi a cambiare le cose: “Mi sono scordato a dirti un’altra cosa… non penso che qua ci sono problemi … a gennaio di quest’anno mi dovevano dare, ed era pronta, l’utilizzazione di un chiosco gelati, qua in Piazza Nassiriya… pronto, tutte cose autorizzate mancava solo la firma del sindaco. Ingegnere ufficio tecnico, capo dell’ufficio tecnico, mi chiama e mi dice: “Si venga a prendere l’autorizzazione” … io ho perso due settimane di tempo ad andarci… quando ci vado dice: “Le devo dare una brutta notizia” … “Brutta notizia di che cosa?” … Dice: “Purtroppo il sindaco l’ha ferm…l’ha bloccata questa cosa” … dice: “Perché deve fare il bando” … “Ma come, mi avete detto che tutto era pronto?” Dice: “Si vede che c’è qualcosa che non va…”.