I Centristi e la fuga last minute |Dopo Lombardo tocca a Crocetta - Live Sicilia

I Centristi e la fuga last minute |Dopo Lombardo tocca a Crocetta

I casiniani ripetono il copione delle scorse Regionali. Aspettando il Pd e Grasso. E un aiutino degli avversari.

La crisi di governo
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E ci risiamo. I Centristi rispolverano il copione di cinque anni fa. Quando agli ultimi scampoli di legislatura (per la verità quella volta lo fecero con un po’ più di dignitoso anticipo) si smarcarono da Lombardo per andare al voto con le mani libere. E vincere. Fanno lo stesso anche stavolta, in zona Cesarini, a meno di cinque mesi dalle elezioni. Dopo essere stati per un quasi lustro mosche cocchiere di Crocetta, dopo essersi accaparrati assessorati, gabinetti e sottogoverno, all’ultimo momento utile i casiniani e i loro amici alfaniani saltano dal treno in corsa abbandonando il governatore al suo destino. Pronti ad acquattarsi dietro all’icona antimafia deluxe dell’autorevole candidatura di Piero Grasso per far dimenticare ai siciliani di essere stati accanto a Crocetta in questi disastrosi cinque anni. Anzi, di esserne stati i primi sponsor, di fatto imponendo l’ex sindaco di Gela al Pd e regalando cotanto fuoriclasse ai siciliani.

Oggi i tre assessori del blocco Centristi-Ap rimetteranno le deleghe, salvo sorprese. Si tratta di Giovanni Pistorio, i cui commenti sboccati al telefono hanno provocato lo strappo definitivo col governatore (che sul punto oggi ha incassato la solidarietà dei Verdi siciliani), Carmencita Mangano , che forse non ha avuto neanche il tempo di riempire i cassetti in assessorato, e Carlo Vermiglio, l’assessore gentiluomo alfaniano di cui i più ignorano voce e fattezze. Il coordinatore del nuovo partito di Gianpiero D’Alia, Adriano Frinchi, ha spiegato come casiniani e alfaniani si muovano come un sol uomo in questa fase: “Con gli amici di Alternativa Popolare c’è un percorso politico che ci vede impegnati a Roma e in Sicilia nella costruzione di quell’area moderata che è tanto necessaria al Paese. Con loro abbiamo condiviso alleanze elettorali, a cominciare dalle Europee di due anni fa, e scelte politiche non sempre semplici ma dettate dalla responsabilità e dalla coerenza verso la Sicilia e i siciliani. Anche quest’ultimo passaggio, quello di lasciare il governo Crocetta e il ritiro dei nostri assessori dalla Giunta, nasce in piena armonia con Alfano e i suoi dirigenti nell’Isola”.

Si apre ora la crisi di governo. E si attendono le mosse del Pd, che certo non resterà a guardare. L’occasione di scaricare Crocetta una volta e per tutte è ghiotta. E il lavoro per far dimenticare ai siciliani di esserne stati sodali per cinque lunghi anni, spazzando la polvere sotto al tappeto senatoriale di Piero Grasso è già intrapreso. Anche se oggi Giuseppe Castiglione, pezzo da novanta degli alfaniani, dice in sostanza ‘Grasso, no grazie’ e ribadisce la volontà di proporre un candidato moderato. E lo stesso Angelino Alfano frena: “Massimo rispetto per il presidente del Senato, che non so neanche se abbia o meno intenzione di farlo, ma noi avremo un nostro candidato perchè crediamo che tutta l’area popolare e moderata siciliana abbia la forza per mettere un proprio candidato intorno al quale aggregare una coalizione vincente”.  Preludio di spaccatura nel centrino? Vedremo. Intanto l’esigenza è far dimenticare Crocetta.

La tattica potrebbe pure funzionare. I pasticci del litigioso centrodestra che devastato dalle sue sfiancanti (e ormai alquanto noiose) faide si appresta a presentarsi diviso offrono un assist eccellente. Restano i 5 Stelle, che a Palermo e a Roma hanno già dimostrato di saperne inventare una più del diavolo per darsi da soli la zappa sui piedi. 


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