CATANIA – Il Comune di Belpasso è in affanno economico, una vera e propria emergenza. All’appello mancano 760 mila euro di trasferimenti regionali connessi ai fondi servizi. La denuncia arriva dal sindaco in persona, Carlo Caputo: “Sono soldi – dice a LiveSicilia – destinati ai più deboli. Le cooperative del terzo settore attendono dai noi cinque mesi di arretrati, circa 300 mila euro. E non avendo loro liquidità in cassa, non riescono più a pagare gli operatori”. L’Amministrazione è dunque in apnea. Ma quella che vive il paese pedemontano tocca contemporaneamente più realtà della provincia. Fra queste Catania, Giarre e Acireale. Tra i pochi comuni virtuosi c’è Gravina. Il rischio è quello di una “macelleria sociale”, sottolinea il primo cittadino.
Una questione annosa, infatti. Nell’autunno del 2012, l’Usb di Corrado Tabita Siena, presidiò per 111 giorni e notti consecutivi il Palazzo degli Elefanti al fine di sensibilizzare la città sulla crisi di un settore troppo spesso in sordina. Oggi Carlo Caputo lancia una sfida ai deputati Ars. Primo in lista è Alfio Papale (FI), ovvero il predecessore: “Lui è avvertito della situazione, gli stessi operatori del settore si rivolgono anche a lui”. Ma chiarisce: “Mi rendo conto che sia oggi all’opposizione di Crocetta, ma né lui né gli altri hanno il quadro reale di quale sia la situazione dei comuni”. Il riferimento è a Anthony Barbagallo (Pd) e Salvo Giuffrida (Misto), già primi cittadini – rispettivamente – di Pedara e Tremestieri etneo. “Avranno dimenticato cosa significa portare il tricolore, ma non voglio essere polemico”, sottolinea. Del resto, e lo riconosce lo stesso Caputo, il quadro in pochi anni è mutato e di tanto: “Rispetto a prima – dice – esiste il bilancio armonico e come Comune non possiamo avanzare più nulla. C’è poi – spiega – che nel giro di tre anni fa alla sola Belpasso mancano 2.800.000 di euro di trasferimenti”.
Caputo non risparmia nessuno e si scaglia anche contro le politiche di Matteo Renzi: “Il taglio dell’Imu? Una presa in giro che non rilancia l’economia. La gente non ci crede anche a causa della confusione tributaria di questi anni”. Il sindaco di Belpasso ancora ha gli incubi e non può non pensare a quando il bonus di 80 euro in busta paga ha significato l’introduzione dell’Imu agricola: “Quei soldi sono serviti per fa raggiungere al Pd il 40% alle Europee e noi sindaci, invece, siamo corsi ai ripari”.
Non ha peli sulla lingua, Caputo. Dalla sua ha la giovane età, l’orecchino al lobo sinistro e la voglia di lasciare il segno. E per questo è disposto a prendersi tutto il tempo necessario. Non sembra infatti in cantiere alcuna candidatura alla Regione. Caputo ha come unico obiettivo il secondo mandato. Insomma, di raccogliere l’eredità dell’appena scomparso Lino Leanza, colui che lo lanciato in politica, non ne ha ancora voglia. La sua storia? “Ho avuto una sola tessera di partito, quella dell’Mpa. Da giovane militavo nel Fronte della Gioventù, ma a 17 sono stato espulso”. Oggi Caputo ha fondato Rete Comune: “Cadendo le ideologie – spiega – ritengo che la difesa del territorio sia l’unica motivazione sana per fare politica”.
Se c’è un modello a cui guardare, Caputo non ci pensa due volte: è Fabrizio Ferrandelli: “Ancora non lo conosco, ma la sua dimissione è stata coraggiosa. In Sicilia, oltre la mala politica e il populismo, deve emergere una classe politica che non cala le braghe e non si ricicla”. Spazio anche alla polemica contro Enzo Bianco e la guida della Città metropolitana: “L’impugnativa si risolverà tra le oligarchie di partito”.
