I legali di Giacchetto: | "I beni sequestrati ammontano a 78 milioni" - Live Sicilia

I legali di Giacchetto: | “I beni sequestrati ammontano a 78 milioni”

La precisazione degli avvocati Fabrizio Biondo e Giovanni Di Benedetto.

PALERMO – “Nella qualità di difensori del dottor Faustino Giacchetto, riteniamo che la corretta informazione dell’opinione pubblica in ordine al sequestro per equivalente eseguito nell’ambito del procedimento penale che ha ad oggetto sette progetti curati dal Ciapi, imponga un chiarimento. Non sono stati infatti sequestrati beni il cui valore è stimabile in cento milioni di euro, bensì l’autorità giudiziaria ha disposto che vengano sequestrati beni riconducibili al dottor Giacchetto (e, con variazione di importi, a tutti e sedici gli altri indagati) fino a concorrenza del valore dei progetti detti, e cioè settantotto milioni di euro”. Lo precisano in una nota i legali di Fausto Giacchetto, Fabrizio Biondo e Giovanni Di Benedetto.

“Sulla base di tale decreto, la polizia giudiziaria delegata di eseguire il provvedimento sequestra poi i beni che trova che possono avere complessivamente anche il valore di un solo euro, l’unico limite è che non possono superare quello di settantotto milioni fissato dal magistrato. Ed allora se, da un lato, il valore di cento milioni non trova alcun fondamento, dall’altro si ritiene doveroso precisare che i beni di proprietà del nostro assistito attinti dalla nuova misura sono sostanzialmente quelli già sequestrati nell’ambito del procedimento avente ad oggetto il progetto CO.OR.AP ( ed hanno un valore complessivo che nulla ha a che vedere con i citati cento milioni di euro) ;se si moltiplicano i sequestri non si moltiplicano certamente i beni sequestrati! In più, rispetto a quelli già oggetto del precedente sequestro, la nuova misura attinge quattro società rispetto alle quali il nostro assistito è totalmente estraneo; e lo è a tal punto che l’impugnazione che proporremo al tribunale della libertà non concernerà affatto tali società. Per ultimo, è da dire che, dal momento che la motivazione che regge il provvedimento eseguito ieri è in tutto identica a quella formulata a sostegno del decreto relativo al progetto CO.OR.AP., e quest’ultimo è già stato annullato dalla Corte Suprema di Cassazione, abbiamo ragione di confidare in analoga sorte della nuova misura adottata”.

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