I leghisti indagati, Cantarella: “Imbarazzante silenzio dei vertici”

I leghisti indagati, Cantarella: “Imbarazzante silenzio dei vertici”

Parla Fabio Cantarella, tra i fondatori in Sicilia

CATANIA – “Rispetto alla questione morale poco importa che sia stata archiviata, i fatti alla base dell’ultima indagine resa nota dalla stampa ledono ulteriormente l’immagine della Lega in Sicilia”. Così in una nota l’avvocato Fabio Cantarella, fondatore della Lega in Sicilia  e attuale responsabile regionale dei dipartimenti.

“A ciò si aggiunge l’imbarazzante silenzio di Matteo Salvini che, a distanza di settimane non ha ancora avvertito il dovere di prendere posizione. Questo nonostante le pesanti accuse abbiano portato, a vario titolo, anche all’arresto di un sindaco della Lega e alla sospensione per un anno dai pubblici uffici del nostro vicegovernatore”.

Ad oggi né Salvini né Claudio Durigon, attuale commissario della Lega in Sicilia, hanno avviato l’iter per una sospensione cautelare dal partito dei soggetti coinvolti. Soggetti che, al contrario, rimangono al loro posto come rimane la vergogna per le dichiarazioni d’incoraggiamento e gli applausi rivolti all’indagato Luca Sammartino in occasione della presentazione dei candidati alle europee in Sicilia”.

L’attacco alla magistratura

“Un episodio a cui ha fatto seguito un altrettanto inaccettabile attacco rivolto alla magistratura colpevole di fare il proprio dovere”, prosegue Cantarella. “Qui il tema non è rappresentato dai reati ipotizzati, rispetto ai quali non si può che augurare a ogni indagato che sia innocente di fare chiarezza, ma la questione morale”.

“A risaltare è quel modo di agire e di dire, quei comportanti e atteggiamenti, che emergono dalle intercettazioni rilanciate dai vari organi di stampa, rispetto a cui il segretario del partito ha finora deciso di non prendere le distanze. E’ questo il messaggio che Salvini vuol mandare ai tanti siciliani onesti, agli studenti e ai giovani che si avvicinano alla politica? Sono questi i modelli da esaltare?”.

“Salvini era colui che appena sbarcato in Sicilia sosteneva pubblicamente che a penalizzare la nostra isola era una certa classe dirigente che bisognava sostituire, mentre adesso, incoerentemente, quella classe dirigente l’ha messa dentro a dettare legge nel partito”.

I leader facciano pulizia

“Visto che in passato, in occasione di alcune ricorrenze, Matteo Salvini ha ritenuto di rendere omaggio alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, colgo l’occasione per invitarlo a rileggersi ciò che sostenevano a proposito dei politici gravemente sospettati ma non condannati perché non si è raggiunta la certezza giuridica. Glielo anticipo: spetta ai partiti e, quindi, ai loro leader, fare pulizia”.

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