La marineria siciliana in una vera guerra. Con una lettera aperta alle istituzioni nazionali ed europee, Giovanni Trumbiolo, presidente del Distretto Produttivo della Pesca, racconta l’attuale situazione del settore.
Nella lettera viene chiesto a chiare lettere un risarcimento per i danni causati dai paesi del Nord Africa alla flotta siciliana. La tragica situazione dell’incolumità dei marittimi siciliana viene descritta nella lettera attraverso dei dati significativi sui decessi di marinai e la perdita di imbarcazioni.
Dagli anni Settanta, infatti, “la Guerra del pesce” ha dato come frutti la morte di tre pescatori siciliani, il sequestro di 130 pescherecci e la perdita di cinque imbarcazioni. Danni non solo alle persone ed alle cose, ma anche gravi termini in senso monetario. I danni finanziari ammontano ad oltre milioni di euro tra ammende, multe di varia natura e riscatti per i pescherecci sequestrati. Danno che aumenta considerevolmente se si sommano i mancati guadagni dal pescato perso e le attrezzature per la pesca.
Chiede aiuto Giovanni Trumbiolo, e lo chiede per un settore produtticvo che conta 14 mila occupati. Lavoratori che in tutta la Sicilia, ed a Mazara del Vallo in particolare, non sono solo siciliani, ma anche nordafricani. Una considerazione che per il presidente del distretto della pesca è un esempio virtuoso di convivenza pacificia tra i popoli e dovrebbe essere replicato anche in altri contesti.
“Il danno – scrive Tumbiolo – non è causato dai popoli amici transfrontalieri. Ma dalla colpevole e reiterata omissione d’intervento necessario da parte dell’Ue nel Mediterraneo, con il coinvolgimento dello Stato e delle Regioni interessate, per non aver negli anni avviato una seria trattativa al fine di definire con precisione i confini delle zone di pesca con i paesi rivieraschi”.
“La Guerra del Pesce esiste e si alimenta perché i confini non sono definiti”, così continua Tumbiolo, che sottolinea anche la pericolosità dellla scelta libica di costituire una zona protetta di pesca fino a 74 miglia dalla costa del paese africano. Entrare in questa zona portetta, secondo Tumbiolo, è molto più semplice di quanto possa sembrare, generando così situazioni in cui i marittimi vengono fermati, arrestati e condotti in galera dagli ufficiali della Libia.
“L’Europa – conclude il presidente Tumbiolo che sottolinea l’assenza del commissario della pesca europeo che non è mai andato in visita a Mazara del Vallo – se vuole essere leale con la Sicilia, deve staccare una tranche di novanta milioni di Euro del Feamp per risarcire quanti hanno subìto ingiustamente i danni di questa assurda ed insostenibile guerra”.