"I minori ucraini strappati dalla struttura ed un metodo che non ci convince"

“I minori ucraini strappati dalla struttura ed un metodo che non ci convince”

Riceviamo e pubblichiamo.
LETTERE IN REDAZIONE
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5 min di lettura

CATANIA – Una vicenda che avevamo affrontato e raccontato poche settimane fa. E che nelle scorse ha conosciuto l’epilogo.
Dall’associazione Spazio 47 riceviamo la missiva che riportiamo di seguito.

Catania sceglie la guerra e oggi sceglie di essere parte attiva nella guerra che sta attanagliando l’Ucraina e il mondo intero, in cui oggi le vittime sono 10 bambini innocenti.. e forse di più.
L’11 maggio 2022 arrivano durante la notte a Catania 24 minori ucraini, già orfani prima della guerra con la Russia, arrivati in Italia grazie ad un corridoio umanitario promosso dalla Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e che vengono ospitati dall’Associazione Spazio47.
Non una scelta di mercato, non l’idea di far parte del business florido dell’accoglienza riservato in via esclusiva a pochi soggetti, ma un’idea precisa di ACCOGLIENZA e un approccio empatico verso bambini e ragazzi già molto provati dal trasferimento in Italia
.

L’associazione Spazio47 si occupava già di minori, attraverso il duro e costante lavoro nel quartiere di San Cristoforo, ma mai si era occupata di accoglienza in tal senso. Eppure, l’associazione nel giro di 24h ha approntato con tanta fatica e grazie all’ausilio di due istituti ecclesiastici 24 posti letto per i bambini e 7 per gli adulti loro accompagnatori, in due strutture separate.
La prima struttura risulta, per qualche centimetro di altezza del soffitto, non adatta e dunque dopo qualche mese il primo gruppo viene “spostato” in una comunità convenzionata per minori italiani… La seconda struttura, essendo già stata convenzionata comunità, possiede già tutti gli standard richiesti, e dunque tutto tace. Qualche sporadica visita dei servizi sociali AFFIDATARI DEI MINORI, e del tutore di tutti e 24 i minori.

Il tempo passa, le spese diventano insostenibili per l’associazione, nonostante tutti gli aiuti del caso, e dunque vista l’inadempienza dei servizi sociali nell’accudimento e accompagnamento dei minori (il tribunale dei minori li aveva incaricati di rintracciare una struttura accreditata già a luglio del 2022), cosi l’associazione decide di procedere all’iscrizione all’albo regionale auspicando il convenzionamento della struttura così da poter sostenere i costi del vitto, dell’alloggio, delle attività, dei professionisti, degli spostamenti di cui necessitavano i minori, SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO.

Dopo “soli” 9 mesi, un parto effettivamente, nonostante le infondate accuse di presunti favoritismi, otteniamo finalmente il benestare della Regione per la struttura (che comprende autorizzazione di ASP e Comune), e potremmo ottenere la convenzione, lo chiediamo sempre con maggiore forza al Comune di Catania che, per tutta risposta, comunica “Cara Spazio47 io non ti convenzionerò mai, perché scelgo io gli enti che possono essere convenzionati con me… e visto che sei diventata insistente, ti tolgo i bambini”.

Non riuscendo a convincere i ragazzi a trasferirsi, ci si è inventate alcune relazioni del tutto fantasiose e grottesche per denigrare il lavoro dell’associazione e degli operatori, al solo fine di convincere il Tribunale per i minorenni di Catania della bontà, necessità ed urgenza del trasferimento…pensate, i ragazzini erano dipendenti dai cellulari in maniera patologica, nonostante io li stessi minacciando di un trasferimento coatto, di un possibile espatrio, di una separazione forzata dai propri amici, conoscenti e fratelli, non ascoltavano, STAVANO CON I CELLULARI ad ascoltare la musica e guardare video, assurdo per bambini tra gli 11 e i 17 anni. 

E siamo arrivati a questi giorni: tutto è compiuto sulla pelle dei ragazzi e delle ragazze, perché Spazio 47 ha chiesto a buon diritto di ricevere quanto dovuto per la meritoria accoglienza svolta. Con nessuno sforzo, il Comune – ne siamo certi – avrebbe potuto procedere al convenzionamento.

Nonostante il servizio prestato gratis, nonostante l’Associazione abbia fatto di tutto: ha organizzato gite, attività sportive e ludiche, laboratori, ha fatto rete con il territorio, ha iscritto i ragazzi a scuola, chi non ha voluto più frequentare la scuola lo ha iscritto ai corsi professionali, gli ha fatto imparare l’italiano, li ha fatti integrare, li ha fatti entrare nella scuola calcio della squadra della città, qualcuno si è fidanzato, li ha portati dal medico e in ospedale quando è servito mentre il tutore era in vacanza… nonostante tutto ciò, per il Comune e per il Tutore IMPROVVISAMENTE lo scenario cambia, “i BAMBINI CON TE NON POSSONO STARE”.
Già questa è la realtà, una realtà in cui chi è amico la fa da padrone, chi si azzarda per sbaglio a guardare storto chi comanda, non lavora, non campa, non vive non può lavorare per gli altri, al massimo fai il volontario no? Perché vuoi i soldi? Perché PRETENDI i soldi?
I servizi alla persona, e ai più fragili SONO UN BUSINESS, 100 al giorno per 15 e sono riservati a pochi intimi, sempre gli stessi.

Restano di questa esperienza i sorrisi ed il benessere generato, che sono impagabili, ma oggi è il giorno del lutto, della deportazione, del dolore, per questi 10 minori ucraini che già fuggivano da una guerra, e che si sono ritrovati in un’altra guerra, certamente diversa, ma stressante, avvilente, distruttiva, nuovamente sradicati, da quel fragile terreno che in un anno insieme è stato costruito.

Fino ad oggi hanno chiesto a gran voce: “Perché dobbiamo andare via? Noi non vogliamo andarcene da casa nostra. Che c’entriamo noi con questa guerra? In effetti che c’entravamo noi con l’altra? La nostra terza guerra, la prima quando i nostri genitori sono morti, o quando non potevano più tenerci e siamo stati abbandonati, poi la guerra con la Russia, e adesso di nuovo, un’altra? Perché? Perché non ci ascoltate? Perché non fate niente? 

Ma nessuno li ha ascoltati: tutto è computo”.


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