"I nostri figli disabili e abbandonati" | E si incatenano per protesta - Live Sicilia

“I nostri figli disabili e abbandonati” | E si incatenano per protesta

Servizi sospesi. E i genitori scendono in piazza. L'ex Provincia: una soluzione in tempi brevi.

PALERMO – Si sono incatenati al freddo fuori dall’istituto tecnico Majorana di Palermo: sono i ragazzi e i genitori dell’Anffass Onlus, l’associazione nazionale famiglie di persone con disabilità. Protestano da un mese per il diritto allo studio dei loro figli: da Natale sono stati sospesi i servizi igienico personali, trasporto e autonomia e comunicazione nelle scuole siciliane.

“E’ la terza manifestazione in meno di un mese – afferma Antonio Costanza, presidente di Anffas Palermo – abbiamo protestato davanti alla scuola Duca degli Abruzzi e poi davanti all’ufficio scolastico regionale. Ma non serve, i politici, mi riferisco al presidente della Regione principalmente, non ci ascoltano, forse chi non è coinvolto non ha la sensibilità di capire fino in fondo”. L’associazione era riuscita a strappare una promessa al sindaco Leoluca Orlando: il Comune avrebbe anticipato i fondi per riattivare immediatamente i servizi di supporto ai disabili, “da dicembre non lo sentiamo però” mormorano i genitori dei ragazzi, mentre si aggrappano alla catena che li stringe. In linea teorica i servizi dovrebbero ripartire dalla settimana prossima, anche se la guardia resta alta e le certezze sono sempre poche.

Davanti all’istituto tecnico di via Astorino a parte i genitori e i ragazzi dell’associazione, effettivamente in pochi si fermano o rimangono per sostenere la causa. Anche il dirigente scolastico del Majorana Melchiorra Greco non si fa vedere, all’ingresso dicono “ha una riunione”. Eppure proprio l’istituto tecnico davanti al quale ha deciso di manifestare l’Anffas ha ben trentanove studenti con disabilità “di cui venti che avrebbero estremo bisogno di questi servizi”, ammette Maria Stimolo, coordinatrice degli insegnanti di sostegno dell’istituto. “Di questi venti – sottolinea la docente – uno non è mai tornato dalle vacanze. I genitori non possono accompagnarlo e visto che il trasporto è sospeso, lui è il più escluso di tutti. Per questi ragazzi i servizi di trasporto e quelli igienico personali sono i più importanti, se non vengono attivati almeno questi è impossibile garantire il diritto allo studio – sottolinea Maria Stimolo – i genitori li sostengono per quanto è possibile, ma molti devono lavorare e non si possono permettere di assentarsi troppo”.

Il resto del lavoro spesso viene fatto dai bidelli e da altro personale scolastico non specializzato, una procedura fuori dalle regole e pericolosa, “ma lo fanno per spirito di servizio e perché vogliono bene ai ragazzi”, sospira stanca la professoressa di sostegno. Fortunato Giunta, il papà di una ragazza disabile va e viene da Cinisi ben quattro volte al giorno “posso farlo solo perché al momento sono disoccupato” ammette il genitore sconfortato. La storia è diversa per Maria Rita Tantillo, mamma di Silvio, studente proprio del Majorana, disabile e da poco pure con una gamba rotta. Maria Rita dal rientro delle vacanze di Natale accompagna suo figlio a scuola, lo porta in classe e rimane in macchina fuori dall’istituto tecnico “potrebbe avere bisogno di me, o dover andare in bagno, soprattutto adesso con la gamba rotta non posso chiedere ai bidelli di fare più di quello che già fanno normalmente”. Mentre la madre mantiene un contegno e non si altera, Silvio non si trattiene: “Io sono fortunato perché ho mia madre che può seguirmi e aiutarmi, ma gli altri ragazzi che non hanno la stessa fortuna come possono fare? E’ una vergogna, io amo studiare e venire a scuola, non possono impedirci di studiare, non lo permetterò”.

Proprio per queste storie e tante altre Antonio Costanza, i genitori e i ragazzi si incatenano e continueranno a farlo: “E’ possibile che si debba arrivare a questi gesti estremi per ottenere una vita per quanto possibile serena e normale? – attacca il presidente di Anffas Palermo – evidentemente i disabili siciliani sono studenti di serie B. Parlare di inclusione scolastica è una barzelletta”.

Dopo le proteste di stamattina i ragazzi disabili e i loro genitori attendono una risposta dalle istituzioni: quando verranno ripristinati questi servizi di assistenza? “In parte sono già stati riattivati in alcune scuole di Palermo, contiamo entro fine mese di riattivarli in tutte”. A rispondere è Filippo Spallina dirigente della città metropolitana di Palermo, l’ex Provincia. Era infatti la Palazzo Comitini che fino all’anno scorso si occupava dell’erogazione di questo tipo di servizi per la scuola, oggi la responsabilità, in base alla nuova normativa, è della Regione. Nell’infinito gioco delle parti, con il benestare dell’assessorato regionale alla Famiglia, è ancora la città metropolitana a gestire l’emergenza anche se i fondi non li potrebbe più anticipare come avveniva fino all’anno scorso. “Si farà un’eccezione – racconta Spallina – Intanto si andrà avanti per un mese, fino al 28 febbraio i fondi li stanzierà la città metropolitana, quando finalmente la Regione approverà definitivamente la finanziaria vedremo quale sarà il futuro dei ragazzi disabili”.

In tutto questo, fra ragazzi obbligati a rimanere a casa e quelli fuori a protestare, a defilarsi davvero sono alcune cooperative che si occupavano dei ragazzi disabili nelle scuole, ovvero chi garantiva i servizi igienico personali e di trasporto. Questi ritardi negli stanziamenti hanno creato malumori nelle cooperative che a causa della mancanza di denaro hanno rinunciato all’appalto come per esempio la Medicare. “Adesso stiamo cercando e valutando altre aziende – sottolinea il dirigente – ma per decidere e affidare l’incarico ci vogliono dei tempi tecnici”. Le cifre per garantire i servizi di assistenza agli studenti disabili rimangono comunque sconfortanti: per il 20016 la Regione aveva stanziato solo cinque milioni di euro per tutte e nove le province siciliane, una miseria considerando che solo la città metropolitana di Palermo sempre l’anno scorso ha investito sei milioni di euro. “La Regione ci rimborserà appena un milione e mezzo – spiega Spallina – Per il 2017 non ci sono certezze visto che si governa con l’esercizio provvisorio, ma l’assessorato regionale parla di uno stanziamento di 19 milioni di euro per tutte e nove le province. Uno stanziamento più alto, non c’è dubbio, ma rimango convinto che anche in questo caso non sarà sufficiente”.

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