I nuovi assetti del clan Cappello: il trono alla “famiglia di sangue” - Live Sicilia

I nuovi assetti del clan Cappello: il trono alla “famiglia di sangue”

L’analisi, dopo i fermi, sulle dinamiche criminali collegate alla cosca catanese.
CATANIA, MAFIA MILITARE
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CATANIA – Il sangue è sempre il sangue. E nella mafia è una regola fortissima. Il clan Cappello di Catania, dopo i duri colpi inferti nei vari blitz che si sono susseguiti dal 2017 a giugno scorso, avrebbe deciso di far tornare ai vertici “la famiglia di sangue”. È uno degli aspetti che emerge dall’indagine della Squadra Mobile che ha portato ai fermi scattati giovedì pomeriggio nei confronti di alcuni esponenti del cosca.

Il “capo” dell’organizzazione mafiosa per la Dda etnea sarebbe diventato nel 2020 il fratello del padrino Turi Cappello, Massimiliano. Un nome che già lo scorso agosto è emerso nelle carte dell’inchiesta sulla sparatoria di Librino. L’altro boss al vertice – come anticipato ieri su LiveSicilia – è Salvuccio Junior Lombardo, figlio di Salvatore ‘u ciuraru’ (che è il cugino di Turi Cappello). 

Una cosca che è riuscita a rendersi operativa in vari quartieri della città (insomma anche oltre San Cristoforo e San Giorgio) e che avrebbe a disposizione armi micidiali, come kalashnikov e mitra. Il clan Cappello, inoltre, sarebbe stato capace di mettere in piedi un fiorente traffico di marijuana che avrebbe fruttato un consistente giro di soldi illeciti. 

Le udienze di convalida davanti al gip degli indagati non si sono ancora concluse. Dopo gli esiti, saranno forniti i dettagli della delicata indagine della Dda etnea che ancora una volta ha smantellato i progetti di riorganizzazione della pericolosa famiglia della mafia militare catanese.

Gli indagati sono Massimiliano Cappello, Salvuccio Lombardo, Renzo Cristaudo, Alessio Finocchiaro, Emilio Gangemi, Giovanni Santoro, Giuseppe Spartano e Costel Suru.


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