Il boss Bernardo Provenzano è gravemente malato. La recidiva di un tumore alla prostata, per cui nel 2003, da latitante, fu operato a Marsiglia, impone un trattamento specifico stabilito da un oncologo e “la destinazione del paziente presso sede idonea a garantire il rispetto di un programma terapeutico richiedente prestazioni esterne alla casa di custodia, non solo quindi trattamento esauribile in sede carceraria”. E’ parte del responso dei tre medici – Francesco Maria Avato, Giuseppe Micieli e Francesco Montorsi – incaricati dalla corte d’appello di Palermo di accertare le condizioni di salute del capomafia corleonese, 78 anni, detenuto nel supercarcere di Novara. Nella consulenza si parla di “una prognosi non particolarmente favorevole a breve-medio termine (2 o 3 anni)”. La corposa perizia chiesta dal legale del boss, l’avvocato Rosalba Di Gregorio, che, come prevede la legge, per ottenere gli accertamenti ha dovuto fare istanza di scarcerazione di Provenzano, è stata depositata agli atti del processo ‘Gotha’ in cui il padrino è imputato di una tentata estorsione. I tre medici hanno esaminato il grave stato clinico di salute riscontrando una forma di parkinson, “ampiamente trattabile anche in ambiente di restrizione di libertà personale” e la presenza di un nuovo tumore. A questo proposito i periti chiedono “l’esecuzione urgente di una scintigrafia ossea” e la valutazione del caso da parte di uno specialista in oncologia. L’oncologo che esaminerà il caso sarà Oscar Alabiso, primario di Oncologia a Novara.
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