I sindacati contro Armao:| no ai privati e ai tagli alle risorse - Live Sicilia

I sindacati contro Armao:| no ai privati e ai tagli alle risorse

Beni culturali
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Addio al corso di laurea in conservazione e restauro dei beni culturali e al novanta per cento dei fondi regionali destinati alle biblioteche: questa la denuncia a partire dalla quale i sindacati sono tornati a scagliarsi contro l’assessore regionale ai beni culturali, Gaetano Armao. Al centro della polemica, questa volta, un disegno di legge di iniziativa del Governo regionale che, se dovesse essere approvato in Aula, comporterebbe una serie di conseguenze, tra le quali, per esempio, la soppressione dei comitati di gestione dei centri che fanno capo all’assessorato ai beni culturali. “Abolendo l’autonomia contabile del Centro Restauro – sottolineano i sindacati – ne conseguirà la soppressione del corso di laurea in conservazione e restauro dei beni culturali, che forma ogni anno giovani restauratori e che costituisce uno dei pochi corsi di laurea che hanno uno sbocco lavorativo”.

Così, mentre a palazzo dei Normanni sale la tensione in vista dell’arrivo della manovra finanziaria, l’Associazione italiana biblioteche lancia un allarmante sos: “all’unità beni archivistici – ha detto Alida Emma, referente regionale dell’organizzazione – su nove capitoli, soltanto due sono finanziati dal bilancio provvisorio rispettivamente con mille euro e con 285.000 euro. Sul capitolo delle spese per le biblioteche regionali, ivi compreso il servizio bibliotecario regionale, in 10 anni ci sono stati tagli di circa il 90 per cento”.

Insomma un quadro, quello disegnato dalle organizzazioni sindacali, che non lascia sperare niente di positivo sul fronte delle politiche culturali. Quattro, le proposte che i sindacati lanciano ad Armao, rispetto alle quali si potrebbe aprire il tavolo delle trattative: ritiro del disegno di legge in materia di ordinamento dei beni culturali e del paesaggio, stop ai tagli finanziari per soprintendenze e biblioteche, stop all’esternalizzazione a privati di servizi finora gestiti dall’amministrazione pubblica, trasparenza sulla riorganizzazione del dipartimento dei beni culturali. “La situazione – ha precisato Giancarlo Salzano, Cgil – è gravissima. Si sta indebolendo il sistema pubblico di gestione dei beni culturali per aprire le porte ai privati. Armao parla di partenariato pubblico-privato e non di privatizzazione ma sappiamo cosa hanno prodotto in passato percorsi simili anche in altri settori come acqua e rifiuti”.

Già ieri, poco dopo l’invio della convocazione della conferenza stampa congiunta di tutte le sigle sindacali (dalla quali si sono tirate fuori in zona cesarini la Cisl e il Siad), l’assessore Armao aveva risposto alle critiche mosse dai sindacati proprio in materia di partenariato pubblico-privato: “mi dispiace – aveva detto Armao – che i rappresentanti delle organizzazioni sindacali continuino ad attribuirmi parole che non ho mai pronunciato. Non ho mai parlato di privatizzazione dei musei e dei siti archeologici, perché giuridicamente è impossibile farlo”.


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