I sindacati: “Tremila imprese | hanno già chiuso i battenti” - Live Sicilia

I sindacati: “Tremila imprese | hanno già chiuso i battenti”

Dal 2009 ad oggi i lavoratori espulsi superano i 40 mila addetti e i debiti contratti dalla pubblica amministrazione verso le imprese edili superano 1,5 miliardi di euro.

LE REAZIONI
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PALERMO – Dopo la denuncia della crisi dell’edilizia da parte dell’Ance, il grido di allarme arriva anche dalle federazioni sindacali di settore Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil. “I numeri di oggi rispecchiano drammaticamente la reale situazione in cui versa il settore edile – dice Santino Barbera, segretario generale regionale di Filca Cisl -. Dal 2009 ad oggi i lavoratori espulsi superano i 40 mila addetti, oltre 3000 imprese hanno chiuso i battenti, i debiti contratti dalla pubblica amministrazione verso le imprese edili superano 1,5 miliardi di euro”.

Dello stesso avviso la Feneal Uil: “Una crisi di tali dimensioni non può essere risolta a livello regionale, in quanto in mancanza di misure eccezionali quali l’allentamento o la modifica contabile del Patto di Stabilità e un serio programma di finanziamento infrastrutturale, la Sicilia non potrà venirne fuori”. D’altronde, i dati contenuti nel comunicato diffuso stamane da Ance Sicilia in merito alla situazione del settore edile parlano soli: “Centodiciotto interventi in stand-by per un importo totale di 5,15 miliardi di euro e, di questi, 94 per 982 milioni sono compresi nella delibera Cipe numero 60 del 2012 (opere idriche, fognarie e depuratori) per la quale il termine di avvio dei lavori è stato prorogato al prossimo 31 dicembre, pena la revoca delle risorse. Stimati in circa 8000 i posti di lavoro persi annualmente in Sicilia. Un buco pari a circa il 2% del Pil dell’Isola”.

Un settore già in profondo rosso, dunque, ma con prospettive ancor più nere. Si calcola che un’azienda su tre non è in condizioni di reggere un altro anno per mancanza di liquidità. Quella liquidità che, appunto, dovrebbe derivare dallo sblocco dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e servirebbe a rimettere in circolo denaro in un settore che, come sarcasticamente annunciato dal presidente nazionale dell’Ance Paolo Buzzetti, “vive di pagherò e cambiali da anni”.


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