I nuovi guai giudiziari per Giovanni Pecoraro ruotano attorno alla Gia.Spe. Ufficialmente l’impresa edile con sede in viale Margherita di Savoia, a Palermo, è di proprietà dell’ex dirigente del Palermo calcio e del cognato Giampiero Specchiarello. In realtà, secondo i finanzieri della Valutaria, i due hanno un socio occulto e imgombrante: Guido Spina. Uno personaggio dal certificato penale non proprio immacolato. Alle spalle ha condanne per traffico di droga, fabbricazione di documenti falsi ed evasione. Ma è soprattutto con la cocaina che Spina ha accumulato ricchezze. Il suo denaro sarebbe servito a finanziare la Gia.Spe.
Marcello Trapani, ex legale dei Lo Piccolo e oggi pentito, che con Pecoraro condivideva la passione per il calcio, quantifica in 150 mila euro i soldi investiti da Spina. Erano sorti pure dei contrasti con Specchiarello e Spina voleva indietro il capitale. Così ha raccontato l’episodio Trapani: “Specchiarello si è rivolto a Giovanni Pecoraro, perché in realtà gli hanno posto un’imboscata, questo Spina, allo Zen con la scusa di parlargli, con la scusa… lui riteneva che la ragione di questa imboscata fosse che questo Spina, a sua volta, era inserito in un lavoro che stava facendo a Cruillas insieme a Specchiarello e un altro soggetto che non ricordo e che questo Spina, siccome questi lavori si prolungavano, e che sono tuttora, ci sono questi lavori di appartamenti, gli aveva dato 120 -150.000 euro e li voleva indietro…. cosa mi raccontò Giovanni Pecoraro? Non sapendo dove andare, andò da Giuseppe Serio a dire: Ma tu lo conosci questo Spina Guido? Ma ti sembra una cosa normale che prende a legnate mio cognato che prende degli impegni?”.
Un altro collaboratore, Salvatore Giordano, ha aggiunto di avere saputo che anche altri mafiosi si erano messi in affari col duo Specchiarello-Pecoraro. In particolare, Nicola Milano e Gregorio Di Giovanni, pezzi grossi della mafia di Palermo centro ed entrambi finiti in carcere, avrebbero investito soldi sporchi nel “lavoro di Cruillas”. Si tratta della realizzazione di un complesso immobiliare tuttora in costruzione in via Rocco Gullo.
E Giordano non ha dubbi. Specchiarello e Pecoraro sapevano che i soldi di Spina provenivano da traffici illeciti?, gli hanno chiesto i pm. Risposta: “Come no. Ma che fa scherzi”. Il 26 aprile 2008 Pecoraro è in macchina con Trapani. L’avvocato riceve una chiamata da Giordano che, a sua volta, passa il telefono a “mio cugino…Bene!… Mio cugino Guido, un minuto…”. Guido: “Mio genero mi dice che tuo… che tuo cognato non gli vuole allestire il lavoro là, non gli vuole mettere né le porte e né cose… e poi gli ha detto la signora…”. Pecoraro: “Scusami guido… per telefono, scusa… io sono fuori, però per telefono non mi và di parlare di queste cose…”. Guido: “No, vabbè di lavoro stiamo parlando… no, io volevo parlare… volevo parlare con te, prima che vada a cercarlo volevo parlare con te io, giusto?”. Il Guido della conversazione sarebbe Guido Spina e si tratterebbe della conferma degli affari in corso. Da qui l’arresto di Pecoraro che in realtà sarebbe un prestanome.