"I voti, altrimenti li strangolo"| Quei metodi mafiosi alle elezioni - Live Sicilia

“I voti, altrimenti li strangolo”| Quei metodi mafiosi alle elezioni

un frame del video della polizia

Una campagna elettorale movimentata. E le intercettazioni: "a quello ci scarrellai...".

Operazione freezer
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1 min di lettura

TRAPANI- Era molto più di un semplice autista. Giuseppe Di Giovanni, uomo fidato di del presunto capomafia di Alcamo Ignazio Melodia, di se stesso diceva: “Ho fatto io la scelta di fare il mafioso, sempre il mafioso ho voluto fare”. E con l’intimidazione tipica di Cosa nostra cercò di procacciare voti alla compagna Alida Maria Lauria che nel giugno 2016 fu candidata nella lista civica “Insieme si può”, collegata all’aspirante sindaco l’avvocato Baldassare Lauria. La tornata elettorale fu quella che ha incoronato il grillino Domenico Surdo. Melodia e Di Giovanni sono stati arrestati nel blitz della Dia e della Squadra mobile. “Amore ormai candidata sono”, diceva la donna al compagno, che voleva il via libera per muoversi: “Possiamo iniziare a chiedere voti?”. Risposta: “… a come e ghie (in qualsiasi modo)”.

E i modi di Di Giovanni erano violenti: “… minchia a quello ci scarrellai (si sente il rumore metallico della pistola) ora va piangendo”. L’uomo era stato minacciato per recuperare un motociclo, ma gli stessi metodi potevano essere usati per procacciare voti: “Poi gli dico se mi porti venti voti”. Bisognava preparare una lista con tutte le persone da contattare. “Sì amore dobbiamo fare figura”, diceva la donna. E il compagno: “Dobbiamo fare una lista devono portare tutti i voti perché li strangolo”. Con 116 preferenze raccolte, però, la donna non entrò in consiglio comunale.

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