Il blitz e l’appello agli imprenditori che pagano il pizzo: “Ribellatevi”

Il blitz e l’appello agli imprenditori che pagano il pizzo: “Ribellatevi”

Le parole del presidente dell'associazione anti-racket

CATANIA – “Tutti devono tenere alta l’attenzione. Noi andiamo ai seminari, andiamo nelle scuole e le istituzioni cosa fanno? Abbassare l’attenzione non è possibile”. A parlare è Rosario Cunsolo, presidente e fondatore dell’associazione Libera Impresa. L’associazione è attiva da 10 anni e si è costituita parte civile in vari processi di mafia.

Le dichiarazioni del presidente arrivano all’indomani dell’operazione Ultimo Atto. Due giorni fa i carabinieri del comando provinciale hanno decapitato nuovamente il gruppo mafioso dei Tomasello-Mazzaglia-Toscano di Biancavilla. Le storie emerse raccontano l’humus culturale in cui ha fatto breccia per anni questa cellula del clan Santapaola-Ercolano.

Nessun ritorno al passato

Il presidente adesso torna a tuonare contro gli imprenditori che non denunciano. “Gli imprenditori non hanno denunciato è una locuzione che non si può più sentire – afferma -. Sembra di tornare indietro al tempo in cui vigeva la paura, la sfiducia verso le istituzioni, la sottomissione a chi cerca illegalmente di comandare sul territorio”.

Il risveglio civile

“Sono stati forse inutili gli sforzi fatti nelle scuole? O i seminari svolti con gli imprenditori? Oppure ancora peggio la mancanza delle istituzioni locali che non hanno incoraggiato incisivamente il tessuto produttivo? Si è creato un vuoto per la paura di ricevere ripercussioni scegliendo cosi la formula di pagare e di vivere sereni”.

Tagliare le entrate dei clan

Il presidente ricorda che i soldi del pizzo finiscono nelle tasche dei clan, che li usano per comprare la droga. Il primo business, oggi, è proprio quel fiume di droga che viene distribuito tra i ragazzi, “per sporcare le nostre vite a manipolarci, prevaricando su chi lavora onestamente”. “Non pagare – prosegue – significa tagliare una voce, un capitolo di entrata a questi criminali”.

“Non pagare significa liberare il nostro territorio, farlo diventare più prospero, risentire il fresco profumo di libertà – sottolinea, citando Paolo Borsellino -. Un invito, anzi un consiglio, anzi un ordine: non pagate più! Ribelliamoci! Denunciare è la strada maestra”.

“Lo Stato c’è”

“E’ la strada intrapresa da tanti commercianti che con la loro onestà e integrità hanno dimostrato sia la via più giusta, la più conveniente – conclude -. Infine un inciso, per dire che lo Stato c’è se tutti noi gli diamo fiducia e lo aiutiamo nelle sue funzioni”.


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