CATANIA – Prosegue la preparazione a Torre del Grifo per il Catania, che sabato pomeriggio ospiterà al “Massimino” il Bologna, per una sfida che pochi mesi fa, a campi invertiti, vedeva i rossoazzurri vincere l’ultima gara ufficiale lontano dalla Sicilia, ma al tempo stesso condannava contemporaneamente gli etnei e i felsinei alla retrocessione in serie B con una giornata di anticipo, a causa di un incrocio di risultati che coinvolse anche il Livorno. Una partita che ha dunque un sapore speciale per la formazione di Beppe Sannino, la quale sembra ormai costretta a vincere per un doppio ordine di motivi: il primo riguarda il rendimento mostruoso in casa, visto che il Catania è rimasto imbattuto in 7 gare sulle 8 disputate al vecchio “Cibali” (con cinque vittorie) e sembra dunque che l’andatura che Calaiò e compagni tengono tra le mura amiche sarà decisivo per l’esito di questa stagione; il secondo riguarda la necessità di tenersi a contatto con le posizioni alte della classifica e lontano dalle sabbie mobili, visto che la zona playoff dista ben cinque punti, e quella playout è lontana solo per due lunghezze.
Una vittoria sarebbe l’unico toccasana possibile per il Catania, che sta affrontando un momento difficile sotto un nuovo punto di vista. Oltre ai problemi relativi ai tanti infortuni e al cronico mal di trasferta che affligge la squadra proprio da quel pomeriggio del “Dall’Ara”, ultimamente i rossoazzurri sembrano fare fatica ad andare in gol. L’ultima rete degli etnei è ormai vecchia di dieci giorni ed è arrivata da una soluzione individuale, ovvero il piazzato perfetto di Calaiò contro il Latina, ma se consideriamo che due reti le ha fatte Leto contro il Trapani, che non è di certo la squadra alla quale è più difficile fare gol, la compagine di Sannino non si sta imponendo per il potenziale offensivo che avrebbe tra le proprie fila. Giocatori di categoria superiore come lo stesso bomber palermitano e il suo fidato scudiero Rosina non riescono a cantare e a portare la croce, complici anche infortuni come quello di Martinho o scenate isteriche come quella di Leto a Terni.
Ecco perchè il Catania sembra fare di necessità virtù, almeno per il momento, visto che basta guardare pochi dati, ma comunque sufficienti per dimostrare la difficoltà degli etnei in zona-gol: il capocannoniere della squadra è Calaiò che ha messo a segno 6 delle 23 reti realizzate in campionato da una squadra che fattura meno di un gol e mezzo di media a partita, contro i 27 messi a segno dal Trapani o addirittura i 30 della capolista Carpi. Due squadre che giocano un calcio decisamente arioso e spettacolare, ma che non godono, almeno all’apparenza, delle individualità di cui disponeva Pellegrino e dispone ora Sannino. Quello etneo è il sesto miglior attacco in coabitazione con il Lanciano, è vero, ma consideriamo anche che 6 gol sono arrivati dal dischetto e rappresentano poco più del 25% del fatturato della squadra. Un dato quasi allarmante se consideriamo, ancora una volta, il potenziale offensivo del Catania, il cui attacco era considerato all’inizio del campionato come uno dei migliori se non il migliore. Occorre dunque un cambio di marcia, una sfida di cartello come quella contro il Bologna potrebbe rappresentare il momento giusto.