Consigliere Igor Gelarda, com’è la situazione?
“Siamo in un momento estremamente delicato. Per questo lancio il mio appello”.
Ci siamo accorti della delicatezza della situazione del centrodestra siciliano\panormitano. Che viaggia in ordine sparso verso le elezioni comunali. Senza un candidato sindaco. Senza uno straccio di intesa. In un clima di piatti volanti. Igor Gelarda, capogruppo leghista in consiglio comunale, è un uomo che lavora sul territorio e che consuma le suole delle scarpe. Quello che lui chiama appello è il grido disperato di un militante, con un buon credito nei confronti di Salvini, di uno che ci crede.
Cosa vuole dire, consigliere?
“Che tutti i leader nazionali e locali del centrodestra devono compiere un atto d’amore nei confronti della città e mettersi d’accordo, per evitare che Palermo cada, nuovamente, nelle mani del centrosinistra”.
Cosa ci sarebbe di tanto sconvolgente?
“Ma scherziamo! La città è ostaggio di quelli che hanno prodotto l’umiliazione dei Rotoli che sarà risolta grazie a fondi voluti dalla Lega e da Matteo Salvini. Ci mettiamo pure gli anni senza manutenzione stradale, il record nazionale di città più trafficata d’Italia, Ponte Corleone… E potrei continuare”.
Da qui la sua invocazione.
“Chi ama veramente Palermo non può restare con le mani in mano e devo trovare una sintesi per vincere, per governare e risolvere i problemi. Dobbiamo individuare un nome unitario”.
Ma la Lega non è già in campo con Scoma?
“La Lega ha lanciato una proposta intorno al nome forte di Scoma, in una logica unitaria, dopo avere manifestato ampia disponibilità al dialogo. Aggiungo che tutti i candidati in lizza sono validi”.
Salvini ha detto: o Palazzo delle Aquile o Palazzo d’Orleans.
“Mi sembra un modo semplicistico per spiegare il messaggio del nostro leader che ha ricordato i diritti di un partito come la Lega. Siamo disponibili, ma vogliamo anche, giustamente, avere diritto di parola”.
Franco Miceli e il centrosinistra potrebbero vincere, anche grazie alle vostre spaccature.
“E’ un pensiero che non mi lascia dormire la notte e che non lascia dormire tanta gente che ci chiede spiegazioni”.
Addirittura?
“Niente da dire sulla persona, ma Miceli, checché lui ne dica, è un promanare culturale e politico di Orlando e dei suoi disastri, come ricorda, ogni giorno, la presenza di Giusto Catania al suo fianco. Sarebbe un Orlando-bis”.