"Il centrosinistra ritrovi l'unità| Altrimenti sono pronto a candidarmi" - Live Sicilia

“Il centrosinistra ritrovi l’unità| Altrimenti sono pronto a candidarmi”

NINNI TERMINELLI (PD)
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Il dibattito interno al centrosinistra e al Pd sulle prossime elezioni comunali è entrato ormai nel vivo e si fanno già i primi nomi. Primarie, coalizioni allargate al Terzo polo e possibili alleanze sono i temi caldi, in attesa che a fine mese gli organi del Partito Democratico prendano le prime decisioni che disegneranno il percorso da qui alla prossima primavera. Un dibattito nel quale si inserisce anche il consigliere comunale del Pd Ninni Terminelli, che spera in una candidatura unitaria del partito ma che, in caso di mancato accordo, non esclude di presentarsi alle primarie.

Consigliere Terminelli, si candida alle primarie anche lei?
“Io ho posto un tema: dopo dieci anni di centrodestra e una città che versa nelle condizioni in cui è oggi, i palermitani si aspettano dal Pd una assunzione di responsabilità per impedire al centrodestra di nuocere ancora. Il Pd deve presentarsi, e io lavorerò per questo, con una sola candidatura, ma forte, che sia in grado di vincere primarie e le elezioni con una coalizione allargata che includa anche altre forze compatibili che staranno dentro un preciso percorso”.

E se non si trovasse l’unità?
“In quel caso, se passa quindi il principio che ci saranno più candidature del Pd, certamente non escludo di candidarmi anche io. Chi ha combattuto e agito per liberare la città dal centrodestra, chi come me appartiene alla generazione dei quarantenni, ha il dovere di impegnarsi e io sono pronto a dare battaglia. Non dico che lo farò certamente, ma a quel punto non lo escluderei”.

Lei parla di una candidatura forte, ha qualche nome in mente?
“No, questo è un lavoro che devono fare le dirigenze dei partiti ma subito. Il centrosinistra e il Pd sono in ritardo, dobbiamo agire con rapidità per trovare la risposta unitaria più plausibile, non ho nomi da mago Zurlì. Non credo però nel teorema del salvatore della patria: se c’è una coalizione unita come i palermitani vogliono, sarà forte colui che sarà in grado di condividere un programma con una coalizione, un uomo coerente con la sua storia”.

Quindi non Leoluca Orlando…
“Orlando è un uomo che ha scritto la storia di questa città, la sua intenzione non è di candidarsi, da quanto leggo, vorrebbe una coalizione unita. Orlando, proprio perché è un uomo che ha portato una generazione a battersi in politica, dovrebbe essere l’ultimo a perdere la pazienza o a porre aut aut. Deve cercare fino all’ultimo l’unità”.

Nel Pd è già scontro, però, sullo statuto. Davide Faraone accusa i burocrati di voler impedire la sua candidatura.
“Dentro il partito ci sono delle regole, Faraone ha già usufruito di una deroga per cui, pur avendo il divieto della doppia carica, l’ha mantenuta per tre anni facendo sia il deputato regionale che il consigliere comunale e il capogruppo. Proprio Faraone oggi non può lamentarsi delle regole statutarie, visto che anche se dicevano altro sono state a suo favore. Nel momento in cui, però, decidessi di partecipare alle primarie, non voglio farle senza regole ma raccoglierei le firme. Sto già considerando l’approccio organizzativo, non capisco questa insurrezione”.

Pensa veramente che il Terzo polo sia disponibile a fare le primarie?
“Sarebbe bellissimo che partiti che non hanno vissuto primarie le facessero. In questi giorni è circolato il nome di Caterina Chinnici, come fa il centrosinistra a dire di no a priori? Parliamo di una figura di alto profilo, come lo saranno quelle del centrosinistra, ognuno sosterrà il suo candidato. In questo momento sul piatto c’è una generazione adulta, con un suo metodo, la sua esperienza e la sua storia, come Orlando e Rita Borsellino, e i nuovi quarantenni come me, Nadia Spallitta, Fabrizio Ferrandelli e Davide Faraone: due metodi che si confrontano, questo è il bello delle primarie. Per farle ci vuole unità però, e io sono coloro fra i quali fino all’ultimo si batteranno per una soluzione unitaria. Non avrei alcun esitazione a ritirare la mia candidatura in nome dell’unità”.

Ma se si trova il candidato unitario, che senso hanno le primarie?
“Le primarie sono un grande momento di apertura della campagna elettorale, pochi avevano dubbi che nel 2006 le vincesse Romano Prodi, ma portarono alla vittoria contro Berlusconi. Rimangono un momento di democrazia, accendono i motori”.

Se si dovesse candidare, quali temi metterebbe al centro di una sua campagna elettorale?
“Anzitutto bisogna ripensare la città che è piegata, ormai in condizioni disperate in termini di immagine, retrocessa in ogni graduatoria ideale di tutte le possibili classifiche italiane. Bisogna mettere al centro le risorse di cui dispone, pensando al lavoro e al turismo. In ogni grande città europea, con le caratteristiche di Palermo, il teatro Massimo sarebbe utilizzato in altro modo. Il turismo nelle capitali europee offre lavoro a migliaia di giovani, Palermo offre le visite a palazzo delle aquile a un euro e senza guide. Poi c’è la scuola, aggredita dalla criminalità che vede nell’istruzione un avamposto democratico che la minaccia. Non ci sono servizi sociali, né buoni servizi come il trasporto pubblico. Perché non si può percorrere la via Libertà come si fa con gli Champs-Élysées a Parigi? Al cimitero centinaia di salme attendono di essere sepolte e ci vuole una nuova dimensione civile della città, intervenendo anche con i militari contro le discariche abusive di cui la città è invasa”.


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