Il Cga “bacchetta” la Regione: | “Via libera agli impianti eolici” - Live Sicilia

Il Cga “bacchetta” la Regione: | “Via libera agli impianti eolici”

Crocetta aveva deciso lo "stop" alle pale. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di due imprese: "A maggio bisognerà ripartire".

Energie alternative
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PALERMO – Con quel provvedimento, il governo Crocetta avrebbe voluto “stoppare” gli impianti eolici in Sicilia, sui quali era forte “l’ombra della mafia”. Ma il Cga oggi ha “bacchettato” la Regione: “Entro fine maggio dovete fare ripartire le conferenze di serivizi”. In pratica, volente o nolente, l’amministrazione regionale dovrà ridare il via libera agli impianti.

La decisione è tutta in due ordinanze del Consiglio di giustizia amministrativa con le quali sono stati accolti il ricorsi di due grosse multinazionali: la Vrg Wind e la E.On Climate & Renewables Italia, entrambe difese dagli avvocati Massimiliano Mangano e (solo nel caso di Eon) anche da Claudio Vivani.

Il Cga, nello specifico, ha accolto la richiesta di revocare la sospensione delle conferenze di servizi decisa dal governo. Uno stop che aveva, di fatto, fermato l’iter di una quarantina di investimenti. E non era la prima volta. Già nel 2013 la giunta aveva sospeso i procedimenti autorizzativi in corso, in attesa che l’assessorato per l’energia elaborasse una proposta di aree non idonee. Da lì venne fuori uno scontro politico fortissimo, tra il governatore da un lato, l’allora assessore Nicolò Marino e il dirigente Maurizio Pirillo dall’altro. All’assessore e al dirigente, infatti, Crocetta aveva addossato sostanzialmente la “colpa” di aver fatto ripartire le conferenze di servizi. Una decisione obbligata, a dire il vero. E confermata dal Tar che aveva censurato l’illegittimità dello stop. A novembre dello scorso anno, però, l’Ars dà alla luce le nuove norme sull’Eolico. Norme che individuano i criteri per definire alcune aree a rischio ambientale “non idonee all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica”. Il vincolo riguarda gli impianti superiori ai 20 kilowatt ed è subordinato all’emanazione di un decreto del presidente della Regione “da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge”.

Ma di quel regolamento non c’è ancora traccia. Nel frattempo – e siamo a gennaio – il dipartimento dell’Energia stila l’elenco dei progetti ancora soggetti ad approvazione: un elenco con 42 punti, il più antico dei quali risale al 13 settembre 2006, per un totale di circa 1.400 megawatt da produrre sfruttando il vento anziché fonti inquinanti. Progetti dalle dimensioni variabili (si va da 179 kilowatt a 240 megawatt) per i quali due anni fa il dipartimento Energia, visto che in alcuni casi si trattava di proposte molto vecchie, ha chiesto alle aziende di “manifestare esplicitamente il proprio interesse a portare avanti l’originaria iniziativa”. Per tutti questi progetti arriva “la sospensione dei lavori delle Conferenze di servizi”, cioè lo stop fino all’approvazione del regolamento. Tra questi, i progetti delle due multinazionali che hanno presentato ricorso al Tar prima e al Cga poi.

L'avvocato Massimiliano Mangano

Il tribunale amministrativo di secondo grado, così, ha avvisato il governo: i 180 giorni fissati dalla legge, infatti, scadranno il prossimo 27 maggio, da quel momento in poi, sia in presenza che in assenza del regolamento, l’iter per i progetti dell’eolico dovrà necessariamente ripartire. “Anche ammettendosi che la normativa regionale abbia inteso disporre (o comunque possa fondare, in via amministrativa) la sospensione dei procedimenti in corso, – si legge nell’ordinanza del Cga – una lettura ragionevole e (quindi) restrittiva di tale normativa, idonea a scongiurarne o a ridurne il contrasto con i parametri evocati da parte ricorrente, impone di limitare gli effetti di questa sospensione amministrativa al tempo stimato come congruo dallo stesso legislatore per l’adozione del decreto attuativo di individuazione delle ‘aree non idonee’”.

Ma anche sul merito del regolamento non mancano i dubbi. L’individuazione delle aree “idonee e non idonee”, infatti, nonostante gli annunci del governatore, non determineranno nessun nuovo “stop” agli impianti, visto che il decreto, previsto tra l’altro dalle norme nazionali, è solo uno strumento “facilitativo” nei confronti di chi vuole investire. E già poche settimane fa le imprese hanno protestato contro il blocco dei progetti per l’eolico in Sicilia. AssoRinnovabili, l’associazione di categoria che riunisce i produttori di energia rinnovabile, si era detta pronta a dare battaglia legale alla Regione dopo il decreto che nei giorni scorsi ha bloccato tutti i progetti in corso di autorizzazione in giro per la Sicilia. “Il decreto – commentava già a gennaio Agostino Re Rebaudengo, presidente di AssoRinnovabili – rappresenta uno scandalo per tutti quei produttori con istanze pendenti da diversi anni presso gli uffici regionali competenti. Ci sono imprenditori che aspettano l’autorizzazione a costruire dal 2006. Non è più ammissibile che la Regione continui ad utilizzare il pretesto della mappatura per mettere i bastoni tra le ruote agli operatori, bloccando quindi tutti i progetti”. Ma adesso il Cga ha fissato un termine: basta con lo stallo, dal 27 maggio, riparte l’Eolico in Sicilia.


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