I finti finanzieri e il colpo finito male | Poi il rapinatore si operò in clinica - Live Sicilia

I finti finanzieri e il colpo finito male | Poi il rapinatore si operò in clinica

Mariano Parisi, 42 anni, ritenuto insieme a Vincenzo Sparacio e Vincenzo Vassallo uno dei componenti della banda di finti finanzieri che ha messo a segno tre rapine violente, era rimasto ferito a Partinico. In quel caso, una delle vittime aveva sparato con la sua pistola. Parisi si sarebbe fatto operare alla clinica "Demma" di Palermo, che precisa: "Massima collaborazione con la polizia". GUARDA IL VIDEO DELLA RAPINA

PALERMO - Il retroscena
di
3 min di lettura

PALERMO – Quando la polizia aveva cominciato a dargli la caccia si era reso irreperibile. Gli uomini della squadra mobile non lo avevano trovato nell’abitazione in cui risultava domiciliato, ma l’hanno individuato dopo poche ore in una pizzeria. Era seduto ad un tavolo insieme a un altro uomo. Suo complice. Insieme, avevano messo a segno soltanto qualche giorno prima una rapina violentissima in una villetta di Villagrazia di Carini, durante le quali fasi non si erano posti alcun limite, immobilizzando e picchiando le vittime. Avevano fatto irruzione nell’abitazione arrivando con un’auto munita di lampeggiante, pettorine della guardia di finanza ed un mandato di perquisizione.

Mariano Parisi, 42 anni e Vincenzo Sparacio, 24, erano così finiti in manette a metà dicembre dello scorso anno. In quell’occasione Parisi aveva tentato di depistare la polizia esibendo documenti falsi che, a quanto pare, portava sempre con sé. Ne sarebbe già stato in possesso quando si è recato alla clinica “Demma” di Palermo per farsi curare una profonda ferita all’avambraccio provocata da un proiettile. A raggiungerlo era stato quello della pistola di un’altra vittima, ma al momento dell’arresto quest’ultima vicenda non era ancora stata ricostruita dalla polizia.

Il ferimento era infatti avvenuto solo qualche giorno prima e, d’altronde, Parisi era stato trovato dagli agenti con un braccio ingessato. Un aspetto sul quale gli investigatori avviarono subito i dovuti accertamenti, con tanto di perizia da parte del medico legale, il professore Paolo Procaccianti, che confermò la compatibilità della ferita con quanto successo durante un’altra rapina denunciata da una famiglia ai carabinieri di Partinico.

Stavolta ad entrare in azione insieme a Parisi e Sparacio ci sarebbe stato Vincenzo Vassallo, finito in manette oggi con le stesse accuse dei complici, rapina, lesioni aggravate e falso materiale. I tre, insieme ad altri due complici sulle quali tracce sta tentando di mettersi la squadra mobile, avevano esibito nuovamente un falso mandato di perquisizione indossando divise da finanzieri ed una da carabiniere.

Nel mirino, la casa dei titolari di una gioielleria di Partinico, suoceri del giornalista Nunzio Quatrosi. Era stato lui stesso, quel giorno, a raccontare la terribile avventura, iniziata alle 5 del mattino. “Ci hanno immobilizzato e picchiato, mi hanno puntato la pistola alla schiena e hanno dato un pugno in bocca a mia suocera che ora è in ospedale. Fortunatamente – aveva raccontato – poi si sono resi conto che tra la nostra abitazione e la gioielleria attigua non c’è nessun collegamento e così dopo venti minuti di panico i malviventi si sono dileguati”.

A fare optare la banda per la fuga immediata, anche il malessere del suocero, che aveva finto un arresto cardiaco, ma si è poi rialzato per fare fuoco. Ha impugnato la pistola legalmente detenuta ed ha sparato quattro colpi affacciandosi dalla finestra. In quel momento Parisi sarebbe rimasto ferito. Per farsi curare si sarebbe procurato una patente falsa, intestata ad un quarantenne palermitano che ne aveva denunciato lo smarrimento. La foto era però la sua, la stessa che appariva sulla documentazione della clinica poi sequestrata dalla polizia nel corso delle indagini, che proseguono per risalire ad eventuali altri colpi. “Il fenomeno dei rapinatori travestiti da agenti stava per diventare un allarme sociale – spiegano gli investigatori – perché poteva seriamente mettere a rischio la fiducia del cittadino nei confronti delle forze dell’ordine. In ogni caso consigliamo di non aprire mai la porta di notte e, nel dubbio, di contattare immediatamente il 112 o il 113 per chiedere aiuto”.

*Aggiornamento ore 20.26
“Da parte della clinica Demma c’è stata la massima collaborazione all’indagine della polizia – dice il direttore sanitario Francesco Paolo Riolo – Abbiamo trovato le cartelle cliniche, le abbiamo messe a disposizione degli investigatori e ci siamo immediatamente resi conto che il paziente aveva presentato documenti falsi. Del resto la sua presenza era stata segnalata in questura come tutti gli altri pazienti presenti nella clinica. Da parte nostra c’è la massima collaborazione con le indagini disposte dalla procura”


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI