CATANIA – Entra nel vivo la polemica scoppiata a seguito della pubblicazione dell’intercettazione telefonica intercorsa tra Enzo Bianco e l’editore Mario Ciancio. Il comitato NO Pua quest’oggi ha indetto una conferenza stampa in piazza Duomo con lo scopo di ribadire ancora una volta quanto espresso in passato circa la realizzazione del Piano Urbanistico Attuativo Catania Sud, ma alla luce dei fatti emersi la loro battaglia adesso sarebbe avvalorata da nuovi elementi. Presente anche Matteo Ianniti, di Catania bene Comune. “L’intera vicenda vede coinvolti imprenditoria, mafia e politica ai massimi livelli. Da anni ci battiamo contro la realizzazione del progetto perché riteniamo sia solo uno scempio ambientale e di speculazione edilizia a favore di Ciancio” – affermano.
La trascrizione è contenuta nel faldone degli atti relativi all’udienza preliminare in cui si dibatte la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa dell’imprenditore catanese. Durante la conversazione risalente al 18 aprile 2013, poco prima dell’inizio della campagna elettorale di Bianco, sindaco e imprenditore parlano in merito all’approvazione della variante finalizzata a rivoluzionare il volto della playa di Catania. Ma, gli esponenti del comitato NO Pua premettono: “Non abbiamo deciso – spiega Giovanni Vindigni, di convocare questa conferenza stampa a margine delle intercettazioni intercorse tra Enzo Bianco e Mario Ciancio, ma più semplicemente per ribadire ancora una volta che per noi il Pua è uguale a mafia. Dietro l’approvazione del progetto ci sono numerosi atti che ci portano a fare una simile valutazione. Il piano ci pone di fronte ad una chiara speculazione edilizia. D’altra parte – prosegue – il proprietario di gran parte dei terreni (acquistati proprio quando il Patto territoriale fu messo in campo, cioè dal ‘96 al 2001) ove è prevista la realizzazione del PUA è Mario Ciancio, il quale è attualmente indagato per mafia”. Insomma, il terremoto scoppiato in questi giorni, “Dimostra – dice – la fondatezza della nostra lotta e degli esposti presentati dal Comitato, che probabilmente hanno contribuito a fare luce sulla vicenda”.
Ma Vindigni poi commenta duramente la telefonata tra Bianco e Ciancio. “Su quella conversazione credo che ci sia pochissimo da dire: basta leggerla. Chiunque si può facilmente rendere conto che Bianco aveva un desiderio quasi spasmodico di accreditarsi agli occhi di Mario Ciancio come un suo fedele servitore. Dall’altro lato, ha poi l’interesse di chiedere a Ciancio un articolo per l’apertura della sua campagna elettorale. E’ ovvio che poi sarà la magistratura a stabilirne la rilevanza o meno sul piano giuridico. Ma dal punto di vista politico, e mettendoci dalla parte dei cittadini, quella telefonata dimostra chiaramente come il sindaco facesse gli interessi di un privato e i suoi personali. Quindi per noi deve dimettersi”.
Il sindaco Enzo Bianco è intervenuto sulla vicenda, affermando che la sua posizione in merito al PUA sia sempre stata chiara e coerente da diciotto anni a questa parte. Ribadendo che il Patto Territoriale dedicato alla zona Sud di Catania fosse nato sotto la sua amministrazione nel 1999 “per rilanciare il litorale della Plaia pensando a uno sviluppo turistico e naturalistico”, e di essersi opposto ogni qual volta “le successive modifiche miravano ad un aumento speculativo di cubatura”. “Non è vero – prosegue Vindigni – Bianco sa bene che quando nacque il Patto territoriale, la zona in cui dovrebbe sorgere il PUA è un’area definita pre oasi del Simeto. Si applicò un apposito provvedimento perchè i terreni di Mario Ciancio in cui non era consentito costruire, si trasformassero da zona pre oasi, cioè di destinazione agricola, ad area edificabile”.