Il Commissario impugna 4 ddl | Si torna in Aula giovedì - Live Sicilia

Il Commissario impugna 4 ddl | Si torna in Aula giovedì

Carmelo Aronica ha cassato, oltre alla riforma sui rifiuti, anche l'intero ddl sulla ricerca sanitaria e commi delle norme sul quoziente familiare e sulla Commissione per le pari opportunità. Ecco le motivazioni.

Servirà una "seduta di riparazione" all'Ars
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Quattro norme impugnate su otto. La media non è eccezionale, a dire il vero. La scure del Commissario dello Stato, infatti, s’è abbattuta sulla metà di ddl approvati nell’ultima seduta buona dell’Assemblea regionale. Un’Assemblea che dovrà tornare a riunirsi giovedì, in una seduta prevista proprio per rispondere alle “eventuali” impugnative. Che da eventuali sono diventate reali. E hanno finito per cassare pesantemente la legge riguardante la riforma dei rifiuti (ne parliamo in un articolo specifico) e altre tre norme: quelle sulla Commissione per le pari opportunità, quello sulla ricerca sanitaria, e quello riguardante il quoziente familiare. Vediamo con ordine le eccezioni sollevate dal Commissario dello Stato.

Legge di “Istituzione della Commissione regionale per la promozione di pari opportunità tra uomo e donna nella Regione”

La legge dispone appunto la nascita di una Commissione che si occuperà di verificare il rispetto delle norme sulle pari opportunità. Il vertice della Commissione sarà composto da un presidente, due vicepresidenti, e un segretario. La Commissione resta in carica per tutta la legislatura. Ed è proprio su questo aspetto che ha puntato l’indice il Commissario, anche perché la norma prevede che le componenti “continuano, tuttavia, a svolgere le loro funzioni fino al rinnovo della Commissione. Da tale inciso – scrive il Commissario – consegue che i membri della Commissione in questione possano permanere “sine die” nell’esercizio delle loro funzioni fino al rinnovo dell’organismo collegiale per la nomina del quale non è peraltro previsto nel corpo della legge un termine entro il quale si debba dare inizio al procedimento di designazione, né tanto meno è indicato quello in cui si debba concludere. Inoltre, – aggiunge Aronica – rimettere sostanzialmente alla volontà del Presidente della Regione preposto alla nomina della Commissione pari opportunità, la durata della permanenza in carica della precedente Commissione viola il principio della riserva di legge in materia di organizzazione amministrativa nonché quello di imparzialità e del buon andamento”. Così, il commissario ha bocciato il quinto comma dell’articolo 3 della norma.

“Promozione della ricerca sanitaria”

La legge prevede il sostegno, con uno stanziamento che arriva fino a 3 milioni di euro l’anno, ai ricercatori operanti nel sistema sanitario regionale che, sulla base di un apposito bando regionale, potranno presentare progetti di ricerca finalizzati al miglioramento dell’efficienza, l’efficacia, l’appropriatezza e l’incremento della qualità assistenziale. Soldi che la Regione contava di reperire dall’1% del Fondo Sanitario regionale. Ma quella percentuale, scrive il commissario Aronica, è “riservata alle attività a destinazione vincolata, individuate nel piano sanitario regionale ed al finanziamento dei progetti elaborati dai dipartimenti dell’Assessorato regionale alla Sanità, finalizzati al monitoraggio della spesa sanitaria e alla verifica delle iniziative e delle misure di razionalizzazione dei servizi aziendali e delle misure di contenimento della spesa. Appare evidente pertanto – spiega Aronica – che il legislatore, anzicché procedere al reperimento delle risorse necessarie al finanziamento dei nuovi oneri, si limita piuttosto ad inserire una nuova finalità per l’utilizzo delle risorse esistenti”. Insomma, quei soldi bisognava cercarli altrove, perché la quota cui si fa riferimento è già vincolata per specifici interventi. Bocciato, così, l’intero disegno di legge per la violazione del quarto comma dell’articolo 81 della Costituzione: quello che prevede l’obbligo di copertura finanziaria delle leggi.

“Norme per l’introduzione del quoziente familiare in Sicilia”

La norma introduce di fatto dei parametri per “misurare” l’effettivo bisogno delle famiglie siciliane, in modo da poter assicurare interventi assistenziali “mirati”. Ma il compito di questa misurazione, spiega la legge esitata dall’Ars, è stato attribuito all’assessore per le autonomie locali. Un errore, secondo il Commissario, perché le modalità di attuazione del quoziente hanno carattere di regolamento. Le “Modalità di attuazione dello Statuto”, infatti, attribuiscono esclusivamente al Presidente della Regione la funzione regolamentare. Violato quindi l’articolo 12 dello Statuto speciale.


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