PALERMO – Le serrande della casa di Giulia sono chiuse. Nel silenzio più assoluto, tra quel complesso di villette della zona di Cardillo, c’è un’atmosfera di dolore e strazio. Viveva qui Giulia Foresta, 23 anni, rimasta uccisa in un incidente terribile avvenuto in Croazia. Era cresciuta in via Fabio Besta e in molti, nel quartiere, la conoscevano. La sua famiglia abitava da quando lei aveva sei anni nella zona e il papà Angelo, viene descritto come una persona splendida, pronto a fare tutto per la sua “bambina”.
La giovane, che su Facebook aveva fatto il conto alla rovescia dei giorni che la separavano dalle vacanze, viene chiamata così dai commercianti di Cardillo, che conoscono le abitudini dei suoi genitori e i loro sacrifici. “Una buona famiglia – dice il titolare di un’attività commerciale a due passi dal civico 12 -. Nessuno merita una disgrazia simile, sono sconvolto”. L’incidente è avvenuto giovedì pomeriggi a Bol, sull’isola croata di Brac. Il sole, lo spirito vacanziero e la temperatura calda avevano spinto Giulia e le sue tre amiche del cuore a fare un’esperienza nuova.
C’era un cartello lungo quel tratto della costa di uno dei paesi più gettonati per le vacanze: recitava “Parasailing”. Nelle immagini, c’erano alcuni giovani in aria con un piccolo paracadute trascinato da una barca. Un’attività in voga nelle zone balneari, che la 23enne di Cardillo e le altre ragazze, volevano conoscere. Volevano provare l’emozione di essere sospese in aria e abbracciare il vento, vedere il mare dall’alto, sentire battere forte il cuore. Insomma, volevano portare a casa una sensazione da ricordare.
Ciò che resta di quel viaggio, invece, è soltanto dolore. Quella corda che avrebbe dovuto mantenere sospese Giulia ed un’amica – avevano deciso di uscire in tandem – si sarebbe all’improvviso sganciata. Violentissimo l’impatto che le ha scaraventate giù. Al punto che per Giulia non c’è stato nulla da fare. Secondo le informazioni sui giornali croati, sarebbero stati due i membri dell’equipaggio sul motoscafo che avrebbe dovuto trainare le due ragazze: il pm avrebbe disposto un sopralluogo accurato sul luogo della tragedia, in modo da ricostruire con esattezza le fasi dell’incidente che è costato la vita alla ragazza.
Secondo una prima ipotesi, potrebbe essersi sganciata la cintura di sicurezza che manteneva ferme le due giovani. Poi, si sarebbero verificate diverse rotazioni in aria, fino alla caduta in mare e la disperata corsa in ospedale dove i medici hanno soltanto potuto constatare la morte di Giulia. Le indagini sono quindi in corso e dovranno accertare le eventuali responsabilità di coloro che guidavano la piccola imbarcazione.
Il telefono dei genitori della ragazza, Teresa ed Angelo, è squillato venerdì mattina all’alba: quella notizia li ha stravolti, devastati. Il papa, tecnico della Prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro presso l’Asp, e la madre della giovane, hanno preso il primo aereo per recarsi in Croazia e, assistiti dal consolato italiano di Spalato hanno proceduto ad identificare il corpo della figlia. La morte di Giulia è arrivata come un fulmine a ciel sereno in ogni angolo del quartiere, dal negoziante al vicino di casa. Qualcuno ha anche visto uscire da quel cancelletto i genitori in lacrime, che coprivano il volto segnato dalle lacrime con gli occhiali da sole. C’è chi non crede a quanto ha letto, chi ne è pienamente consapevole e spera solo di poter dare l’ultimo saluto a Giulia, che studiava Giurisprudenza a Palermo dopo essersi diplomata al liceo classico Meli.
Quella in Croazia doveva essere una vacanza all’insegna della gioia, del divertimento. Poi, Giulia sarebbe partita alla volta di Lampedusa, dove avrebbe raggiunto il suo ragazzo, Walter. Quell’incidente l’ha invece strappata per sempre dalle braccia di chi l’amava. “Che sfortuna – dice una donna col suo bambino in braccio – una tragedia di fronte alla quale mancano le parole. Posso soltanto dire a Teresa ed Angelo di farsi forza e di contare su tutto il quartiere, staremo loro vicino”.
Giulia era per tutti una ragazza dall’allegria contagiosa. “Un sole – dice un giovane vicino di casa – una ragazza straordinaria dalle mille virtù, bella, intelligente, dolce. Siamo tutti distrutti e vicini alla famiglia. Non sarà semplice superare uno strazio simile. Un genitore privato del proprio figlio deve avere tantissima forza per andare avanti”. “Stamattina presto ho visto i suoi genitori – continua un altro ragazzo che abita a Cardillo – avevano un’aria strana, solo dopo un po’ ho capito il perché”.
Sulla sua pagina di Facebook, nel frattempo, sembra veder scorrere le lacrime di chi l’ha amata, di chi ha frequentato con lei il liceo e l’università. “Eri tutto, eri mille cose – scrive un’amica. Non dimenticheremo mai il tuo sorriso e la tua capacità di stare al mondo, di rendere felice chiunque ti stesse accanto”. Adesso, non resta che attendere consegna della salma alla famiglia. Quello sarà l’ultimo viaggio di Giulia: “La aspettiamo – dicono due vicini di casa – vogliamo salutare per l’ultima volta quella che era già un angelo sulla Terra”.