Il Covid? La scuola non si ferma | È il momento delle lezioni online - Live Sicilia

Il Covid? La scuola non si ferma | È il momento delle lezioni online

Dagli istituti del centro a quelli di frontiera: come si organizzano presidi, docenti e studenti.

La scuola non si ferma. È il motto che sta animando queste difficili settimane di affanno e criticità. In tempi di Coronavirus, in cui l’intero Paese è semi paralizzato, la didattica non resta ferma ad aspettare, però volta pagina. Piattaforme tecnologiche, blog, youtube, whatsapp, corsi on Line, videochiamate. Si trova improvvisamente a trasformarsi da reale e concreta a “virtuale e digitale” rimettendo in discussione regole, modelli, programmazioni e relazioni umane. Una scuola agile,“smart School”, per non interrompere il percorso formativo, per mantenere viva la comunità di classe, combattere il rischio di isolamento e di demotivazione.

Un’Italia che reagisce, con la chiusura ministeriale delle scuole prorogata probabilmente fino ai primi di maggio, e si ingegna per continuare a fare la sua parte, rispettando le ordinanze ma senza restare a guardare. L’Istituzione Scolastica stanzia 8,2 milioni di euro (un contributo di mille euro per ogni scuola) per potenziare metodologie innovative, per formazione docenti anche online, attraverso la figura dell’animatore digitale. Ancora 70 milioni di euro, art. 120 del Decreto “Cura Italia“, per far acquistare alle scuole dispositivi (tablet, computer, ecc.) da consegnare agli studenti privi di mezzi tecnologici, e in situazione di svantaggio socio-economico.

Oltre 400 le scuole in Sicilia che praticano le lezioni a distanza, una modalità che abbatte lo spazio fisico dell’aula a favore di strumenti informatici, in alcune sedi già in uso in tempi di “normalità” didattica. Ad esempio il Liceo scientifico Statale di Palermo “S. Cannizzaro”, in questo momento di emergenza sanitaria, sta continuando a fare scuola con sistemi digitali già attivi durante l’anno scolastico, accessibili da smartphone, tablet o computer. “Si cerca di affrontare la situazione con meno sofferenza e con la massima serenità – spiega il dirigente scolastico, la professoressa Anna Maria Catalano – attivando piattaforme già in uso come, GSuite, Weschool, Edmodo, per garantire continuità educativa, mantenere i rapporti tra alunni e docenti, e alleviare questo momento di solitudine. Tutto prosegue a regime, in quanto le classi hanno risposto positivamente e si sono uniformate”.

Anche se gli studenti non sono in classe, le lezioni vanno avanti. Anche se lo schermo di un computer ha sostituto l’aula, si continua l’attività di insegnamento. A Catania, al liceo classico Mario Cutelli, la campanella è suonata anche per l’inizio delle lezioni virtuali. Un’iniziativa intrapresa dalla Preside Elisa Colella, che ha voluto rispettare l’orario scolastico annuale e mantenere il ritmo delle lezioni. Vengono così trasmesse videolezioni, attraverso la piattaforma GSuite, per 46 classi, con puntuale appello quotidiano.

Poi ci sono altri istituti come il Liceo classico Statale “G. Garibaldi” di Palermo, che ha implementato diverse metodologie gratuite, a disposizione di educatori e studenti, offrendo un ventaglio di strumenti virtuali progettati per aiutare la didattica a distanza. “ Il nostro Liceo – spiega l’animatore digitale, la professoressa Eugenia Andreina Accardi – fa uso di diversi dispositivi tecnologici come WeSchool, classe virtuale, centro di raccordo e di organizzazione oltre che di condivisione. E poi si avvale anche di Google Suite, Skype e Cisco webex, e facilitare l’inserimento nel mondo multimediale”.

Ci sono poi, tante realtà scolastiche che operano nelle cosiddette “aree a rischio”, in cui istruire in modo regolare è già una quotidiana conquista sul campo, che nonostante tutto con forte etica professionale si adoperano per non lasciare fuori nessuno e non restare gli “ultimi.” A Palermo, l’Istituto Comprensivo Statale “Sperone-Pertini”, di Brancaccio, zona di frontiera, ad alta povertà educativa, si è attrezzato con sistemi tecnologici sicuri ed efficaci. “La nostra scuola ha attivato, grazie al nostro efficiente team digitale, la piattaforma Gsuite, con l’applicazione Classroom che consente di attivare classi virtuali – spiega il dirigente scolastico Antonella Di Bartolo – per garantire un’educazione di qualità nel nostro pur difficile contesto territoriale e per essere vicini a ragazzi e famiglie. Tuttavia, nonostante le potenzialità digitali, il mio punto di vista è decisamente differente, e probabilmente difforme dall’immagine a tratti patinata del “virtuale” che circola in questi giorni. È un fatto concreto, che non tutti i nostri alunni dispongono di uguali dispositivi e possibilità di connessione. Come fare a non lasciare nessuno indietro? È un tema su cui riflettere, per agire. Penso anche alla “tenuta psicologica” di bambini innanzitutto, ma anche degli adulti. Dopo le guerre mondiali c’erano gli “shell-shocked”; temo che dovremo affrontare tutti la realtà di tanti “virus-shocked”. Non amo essere per forza la voce-contro, ma ritengo importante evidenziare pro e contro di ogni cosa, anche di ciò che viene vulgato come la panacea di tutti i mali”.

Data la situazione delle comunità scolastiche degradate nell’Isola, la Regione Siciliana ha annunciato un piano di interventi per fornire contributi per l’acquisto di dispositivi tecnologici per l’istruzione telematica agli alunni meno abbienti (per le famiglie con Isee inferiore a 30mila euro). Un’Iniziativa rivolta alle scuole, che possono ottenere un contributo massimo di 2.500 euro per Pc, portatili, tablet e dispositivi mobili a disposizione degli studenti disagiati, che in Sicilia superano i 100mila. Un vero e proprio esercito che va ad aggiungersi agli altri 200 mila ragazzi che rientrano nella sfera della dispersione scolastica.


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