"Il dialogo occulto Regione-Mef | Con Crocetta preparato il default" - Live Sicilia

“Il dialogo occulto Regione-Mef | Con Crocetta preparato il default”

In un documento inviato al Mef e alla Corte dei conti, Armao accusa il precedente governo. Ora non resta che spalmare 2 miliardi in 10 anni.

 

 

PALERMO – Nella precedente legislatura si sono costruite “le precondizioni per il default della Regione siciliana nel 2018-19, esito che si è riusciti sinora a scongiurare grazie alle intese tempestivamente raggiunte con codesto ministero”. Questo il cuore di una nota riservata dell’assessore all’Economia Gaetano Armao del 4 novembre 2019, un documento in cui il vice di Nello Musumeci ricostruisce le cause del disavanzo, segnala un dialogo “occulto” fra l’assessorato e il Mef e offre possibili strade per evitare che il buco nei conti di oltre due miliardi debba essere ripianato in tre anni.

In particolare una sola adesso è la strada che rimane in piedi: la spalmatura del disavanzo in dieci anni. I piani dell’esecutivo sono così appesi alle decisioni della Commissione paritetica Stato-Regione: l’ente bilaterale di rappresentanza che già mercoledì potrebbe decidere di varare il piano di recupero in dieci annualità. In caso contrario, i tagli potrebbero essere dolorosissimi.

Gli interrogativi sulla spalmatura in dieci anni

A questo scenario però si accompagnano almeno due punti interrogativi. Il primo è il giudizio che la Corte dei conti a sezioni riunite in sede consultiva ha dato su questa possibilità. Già lo scorso ottobre la Corte ha ritenuto “inopportuna” una tale decisione. Sempre Armao, dopo il parere dei magistrati ha sottolineato, però, come l’uso di una tale forma non ha chiuso alla possibilità di una decisione politica finale diversa dalle valutazioni della Corte dei conti.

Poi c’è una seconda questione. A quanto ammonta davvero il disavanzo che la Regione potrà spalmare in dieci anni? A due miliardi, al solo nuovo miliardo di buco emesso nell’ultimo giudizio di parifica, o l’importo sarà un altro? Nel giudizio di Parifica le Sezioni riunite della Corte dei conti hanno affermato che il maggiore disavanzo va spalmato fra il 2019 e il 2021 a quote quindi di oltre 300 milioni all’anno. Mentre c’è un altro miliardo che andrebbe recuperato tutto nel 2019. Questa quota sarebbe il risultato di oltre 336 milioni che andavano recuperati lo scorso anno in forza della legge del 2015, di 187 milioni che andavano recuperati in forza del disavanzo dell’anno 2017 e di 580 milioni di buco che andavano coperto lo scorso anno.

Quale che sia la cifra, come si diceva, il rischio è quello di netti tagli alla spesa pubblica anche “su servizi essenziali e livelli essenziali dell’assistenza sociale in una Regione che, come emerge da consolidate rilevazioni, si trova in un’assai grave situazione economico-sociale forse la stessa “incidenza sugli equilibri di bilancio”.

La lettera dell’assessore

La missiva come detto è però un documento che mira a informare il ministero dell’Economia e la presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti Luciana Savagnone (destinataria della missiva) delle cause che hanno creato il disavanzo.

In parte il documento assomiglia a una memoria difensiva in cui Armao segnala la mancata applicazione della responsabilità di mandato, accusa il governo Crocetta d’avere reimputato due miliardi di residui attivi e ricostruisce una corrispondenza via mail fra l’assessorato all’Economia e gli uffici del Mef in cui il primo si impegnava a spalmare in tre anni proprio i due miliardi di disavanzo eliminati dal rendiconto 2017 con la nuova iscrizione nel bilancio di entrate da incassare. E’ questa l’interlocuzione “occulta” di cui parla Armao.

La responsabilità di mandato

Il ragionamento dell’assessore all’Economia si apre con una riflessione sui 2,1 miliardi di disavanzo accertati dalla Corte dei conti nella parifica al rendiconto 2017. “L’attuale legislatura – scrive Armao – è costretta a farsi carico, in palese spregio al principio della cosiddetta ‘Responsabilità di mandato’ siccome declinato dalla giurisprudenza contabile e costituzionale” delle scelte dal governo precedente. “Con il rendiconto 2017, in carico alla precedente legislatura (gli attuali Governo ed Assemblea regionale si insediano, infatti, nel dicembre 2017) – annota l’assessore -, sono emersi dati contabili che hanno contribuito al pesante incremento del risalente disavanzo che dal 2018 il Governo in carica si trova a gestire”. E così, non sarebbe stato rispettato il principio secondo cui agli amministratori tocca rendere trasparenti le proprie scelte e le conseguenze che queste hanno sul futuro così da potere essere valutati dai cittadini per le loro azioni.

La cause del disavanzo

Le decisioni del governo Crocetta sono così sotto la lente di ingrandimento di Gaetano Armao che ricorda come il precedente esecutivo, in un primo momento ha accertato un disavanzo di oltre 5 miliardi, salvo poi fare marcia indietro (con la legge 31 del 2015) per fare scendere questo valore a 3,1 miliardi. Questa operazione fu possibile attraverso al reimpiutazione dei residui attivi.

La memoria ricorda come questa decisione fu contestata dalla procura della Corte de conti ma si spinge oltre, ricostruendo una corrispondenza fra il Mef e l’assessorato all’Economia: “un’interlocuzione tra Regione e Stato (Mef) non solo di assoluto rilievo, ma rimasta sostanzialmente occulta sino al rinvenimento”.

Armao segnala così che fra il 16 febbraio e il 10 marzo in uno scambio di mail gli uffici romani hanno fatto notare a Palermo che l’operazione di diminuzione del disavanzo con la reiscrizione in bilancio di somme che la Regione pensava di incassare non poteva essere fatta. La Regione si impegnò così a spalmare i due miliardi in tre anni con un’apposita legge. “Come confermato dalla Ragioneria generale della Regione – scrive però l’assessore -, a seguito del loro rinvenimento, non risulta agli atti che sia stata dato seguito alcuno all’impegno assunto”. Da lì, secondo l’esponente dell’esecutivo regionale, discenderebbero i problemi di oggi.

 


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