Parisi resta in prognosi riservata| E ora rischia di perdere anche la casa - Live Sicilia

Parisi resta in prognosi riservata| E ora rischia di perdere anche la casa

"Le sfortune non arrivano mai da sole". Sono le parole dei parenti di Giulio Parisi, il fioraio di 43 anni picchiato a sangue lunedì, da un ex dipendente, in via dei Nebrodi. L'uomo, infatti, oltre a rimanere ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Villa Sofia, rischia adesso di essere sfrattato e quindi di perdere casa.
PALERMO. IL CASO DELL'AGGRESSIONE AL FIORAIO
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“Le sfortune non arrivano mai da sole”. Sono le parole dei parenti di Giulio Parisi, il fioraio di 43 anni picchiato a sangue lunedì, da un ex dipendente, in via dei Nebrodi. L’uomo, infatti, oltre a rimanere ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Villa Sofia, rischia adesso di essere sfrattato e quindi di perdere casa.

Sono le sorelle e la nipote a rendere nota una vicenda che pesa quanto un macigno in un momento doloroso come questo, in cui Parisi ha rischiato di perdere la vita. E tuttora, nonostante le sue condizioni in ospedale siano stabili, non si può cantar vittoria. L’ematoma cerebrale c’è ancora, anche se tenuto sotto controllo dai medici e la prognosi non può essere sciolta. Inoltre, la respirazione non è autonoma.

Alla base dell’aggressione, come ha confessato Fabio Bellumunti, 23enne dello Zen che si è costituito al commissariato Libertà dopo due giorni, il licenziamento. Lavorava da Parisi da una settimana circa e proprio lunedì si era recato al chiosco dei fiori di pomeriggio anziché la mattina. Parisi, secondo quanto ha raccontato alla polizia, gli avrebbe detto di poter tornare a casa. A quel punto, l’ira e la violenza hanno preso il sopravvento. Un pugno in faccia, ha poi fatto il resto. E adesso un altro dramma, con lo sfratto dall’appartamento di via Michele Reina previsto per martedì 8 maggio. Secondo quanto raccontano i parenti, la casa in cui Parisi vive con la madre 70enne, la moglie e la figlia di 2 anni, è stata ereditata da un conte che l’avrebbe ceduta al padre del fioraio, che un tempo era un suo fedele dipendente.

Nel frattempo però, sarebbe andata avanti una causa che prevedeva la vendita dell’appartamento – cinque vani in tutto – a un gruppo di costruttori. Morale della favola, qualcosa nell’iter deve essere andato storto, al punto che l’abitazione si trova adesso nelle mani delle banche, che stanno procedendo allo sfratto. “La procedura non può andare avanti – dice la nipote di Parisi -perché mio zio sta già lottando per sopravvivere e non potrebbe sopportare un’altra tragedia. Il chiosco di fiori è l’unica cosa che ha, l’unica fonte di reddito. Senza quella casa non saprebbe dove andare”.


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