CATANIA – Rosario Palermo rimane dietro le sbarre. L’uomo è accusato di aver ucciso e occultato il cadavere di Agata Scuto nel 2012. Il Tribunale del Riesame ha quindi ritenuto fondata la valutazione del gip che ha disposto la misura cautelare in carcere nei confronti dell’indagato, difeso dall’avvocato Marco Tringali (“Dopo la lettura della motivazioni valuterà ricorso per Cassazione”, dice).
Una storia controversa e misteriosa quella legata alla 21enne acese, con qualche disabilità. Quando è sparita, ormai 10 anni fa, era partita una denuncia ma poi i familiari – mamma e fratelli – l’hanno ritirata proprio per ‘invito’ di Saro, che all’epoca conviveva con la madre della vittima. Avrebbe detto di aver visto Agata con un uomo. Poi nel 2020 una telefonata alla trasmissione Chi l’ha visto? hanno riaperto le indagini sul caso. E così i carabinieri, con il coordinamento del pm Antonino Fanara, hanno scoperto che l’indagato chiave avrebbe depistato le indagini cercando anche testimonianze false sui suoi movimenti il giorno della scomparsa della giovane.
Poi alcune intercettazioni per il gip sono una vera e propria confessione dell’omicidio, compiuto per nascondere una presunta gravidanza di Agata. La giovane aveva infatti una sorta di ossessione per Palermo, nel suo diario appuntava anche la gelosia per la madre che aveva una relazione con lui.