(R.P.) Dieci anni fa, nell’ora cruciale del giorno che avrebbe cambiato il mondo, chi scrive si trovava con il direttore di Livesicilia, Francesco Foresta, in una diversa redazione. La tv mandava immagini mai viste. Lui venne vicino al mio tavolo e disse: “Stanno attaccando il mondo”. Mentre lo schermo inviava frammenti di orribile nonsenso, cadevano le nostre certezze, una per una. Un aereo aveva appena bucato la pancia dell’America e dei suoi simboli. Nessuno avrebbe fatto ritorno da quella devastazione, uguale a se stesso.
Personalmente, ho provato lo stesso sgomento per l’omicidio di Salvo Lima – sensazione curiosa – più che per i massacri di Falcone e Borsellino, che erano bersagli coraggiosi, ma pur sempre bersagli noti. Il sentimento dell’inaspettato, dell’incredibile. La visione di un pianeta capovolto. Il cuore dell’America in America, come Salvo Lima a Palermo, era una divinità intoccabile. Ovviamente le analogie finiscono qui. Stanno attaccando il mondo. Da allora l’interezza del contesto che abbiamo conosciuto si è dissolta. Non c’è più un tutto. Ci sono dei frammenti sparsi. Ognuno vive nel suo.
E voi dove eravate, che facevate l’undici settembre? Raccontatecelo, inviando un testo a redazione@livesicilia.it. Pubblicheremo le vostre storie domenica. E, insieme, proveremo a rimettere insieme i cocci.