Il governo cade in Aula cinque volte | E' una manovra di debiti e mance - Live Sicilia

Il governo cade in Aula cinque volte | E’ una manovra di debiti e mance

I franchi tiratori mandano sotto più volte l’esecutivo. Non c’è ancora l'ok all'assestamento.

PALERMO – “Provo a sostenere una maggioranza che non c’è”. Lo sfogo del capogruppo del Pse ed ex Megafono Giovanni Di Giacinto arriva nel pieno di un pomeriggio rovente. Il governo era già “caduto” quattro volte, sotto i colpi del voto segreto e dei franchi tiratori. Alla fine, non riuscirà a portare a casa una legge di assestamento che ha mostrato molto del peggio della politica siciliana di questi anni: norme-spot, mance, prebende, in buona parte alleggerite dall’intervento del presidente dell’Ars Ardizzone, ma che hanno finito per condizionare pesantemente i lavori di questa “manovrina”.

Una montagna di debiti

Una manovrina che, tra le altre cose, riconosce la bellezza di 110 milioni di debito fuori bilancio. Somme negli anni erogate senza un impegno di spesa, soprattutto a causa di sentenze esecutive. Ma non solo. All’articolo 31, infatti, ecco spuntare debiti provenienti da disavanzi di enti, società ed organismi controllati, acquisizione di beni e servizi in assenza di un preventivo impegno di spesa, per circa 27 milioni.

Come è possibile che l’Ars decida di “rabboccare” i bilanci degli enti in difficoltà? È semplicemente una procedura prevista dalle nuove norme contabili che introducono anche per i consigli regionali (così come accade negli enti locali), il riconoscimenti dei “debiti fuori bilancio”. Ma le tipologie di debito sanabili sono diverse. Tra queste, come detto, le spese legate a sentenze esecutive. Ma non solo. Tra le voci regolarizzabili “ex post” ecco anche quelle relative alla “copertura dei disavanzi di enti, società e organismi controllati o, comunque, dipendenti dalla Regione, purché il disavanzo derivi da fatti di gestione” e quelle riferibili alla”acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa”. Insomma, i deputati dovranno riconoscere i “buchi” di alcune società, e accettarne il ripianamento, oltre a regolarizzare acquisti compiuti senza un impegno di spesa. Di questa somma, oltre 4,4 milioni andrà ai Mercati Agro Alimentari siciliani: una cifra enorme, che servirà a ripianare i debiti dell’azienda regionale, in caso contrario destinata alla chiusura.

Aeroporti e partorienti

Qualche buona notizia, per i siciliani, arriva anche da questa manovrina di mance. È il caso della norma che destina 5,5 milioni ai Comuni siciliani che fanno parte del territorio servito dagli aeroporti di Trapani e Comiso (4 milioni e un milione e mezzo la ripartizione delle somme). Questi soldi serviranno per stipulare una convenzione con le autorità aeroportuali che a loro volta potranno aumentare il numero delle tratte previste dall’unico vettore al momento presente, cioè la compagnia Ryanair. Soldi anche per le partorienti residenti nelle isole minori sprovviste di punti nascita: a ciascuna di loro potrà andare fino a un massimo di tremila euro per partorire in un ospedale siciliano.

Le cadute del governo

Alla fine, quindi, l’assestamento non avrà il via libera, anche a causa di polemiche, accuse, veleni e più di uno scivolone. Saranno cinque in tutto le votazioni che vedranno il governo soccombere sotto i colpi di una maggioranza che non c’è. Tre le cadute solo nella giornata di oggi, quelle sulle norme relative ai finanziamenti per i corsi di Formazione destinati ai ragazzi, ai fondi per “pagare” le infrazioni europee sulle discariche, sui fondi da destinare ai Comuni per le demolizioni degli edifici abusivi e persino sui 50 mila che sarebbero serviti per operare una ricognizione dei “costi standard” in Comuni ed ex Province.

Manca adesso solo l’articolo 12, quella sorta di nuova Tabella H, assai alleggerita dal presidente Ardizzone, ma sulla quale, anche stanotte continuavano a piovere emendamenti. Fino alla mezzanotte, quando è venuto meno, ancora una volta, il numero legale in Aula costringendo Ardizzone a rinviare la seduta a domattina, alle 12. Nessun accordo sulle mance e le prebende. Il governo politico, che avrebbe dovuto restituire armonia e unità di intenti ai partiti, ha prodotto invece una Sala d’Ercole fatta di tribù. Spesso in guerra fra loro. È questa la maggioranza che già dalle prossime settimane dovrà occuparsi della più complessa manovra finanziaria. È questa la maggioranza che dovrà portare la Sicilia alla fine di questa legislatura.

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