Purtroppo il commissario straordinario per i lavori decennali sulla A19 è il presidente della regione che è palermitano e non percorre la tratta della A29 che porta da Caltanissetta a Catania e nemmeno la Catania Messina. Entrambe le strade sono altamente pericolose e le osservazioni - lamentele del comico palermitano non saranno le ultime, la politica aspetta che ci scappi il morto: io che percorro la Caltanissetta - Catania speriamo che me la cavo


Per cortesia non dite che il governatore parla di politica. Solamente farnetica.
La situazione non è delle migliori, ma sentire Lupo è veramente troppo! Senti chi parla, non ha ancora capito che il silenzio è un obbligo visto il Suo operato?
Il presidente aveva detto che si sarebbe dimesso, sarebbe un gesto che lo potrebbe rivalutare.
Cordaro mediatore? Allora dormiamo tranquilli!
Bhe…. NON SI ASPETTINO VOTI DAI SICILIANI DELUSI OVVIAMENTE. QUINDI NON SI SORPRENDANO PER IL RISULTATO.
Bisogna allargare la maggioranza al più presto anche col rimpasta, basta con assessori che non sono rappresentati in Ars da nessun deputato
LA BALLATA DEL PRODE ANSELMO di Giovanni Visconti Venosta (1831 – 1906), scrittore e poeta italiano.
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Passa un giorno, passa l’altro
Mai non torna il prode Anselmo,
Perché egli era molto scaltro
Andò in guerra e mise l’elmo…
Mise l’elmo sulla testa
Per non farsi troppo mal
E partì la lancia in resta
A cavallo d’un caval.
La sua bella che abbracciollo
Gli dié un bacio e disse: Va!
E poneagli ad armacollo
La fiaschetta del mistrà.
Poi, donatogli un anello
Sacro pegno di sua fe’,
Gli metteva nel fardello
Fin le pezze per i pié.
Fu alle nove di mattina
Che l’Anselmo uscia bel, bel,
Per andar in Palestina
A conquidere l’Avel.
Né per vie ferrate andava
Come in oggi col vapor,
A quei tempi si ferrava
Non la via ma il viaggiator,
La cravatta in fer battuto
E in ottone avea il gilé,
Ei viaggiava, è ver, seduto
Ma il cavallo andava a pié,
Da quel dì non fe’ che andare.
Andar sempre, andare, andar…
Quando a pié d’un casolare
Vide un lago, ed era il mar!
Sospettollo… e impensierito
Saviamente si fermò.
Poi chinossi, e con un dito
A buon conto l’assaggiò.
Come fu sul bastimento,
Ben gli venne il mal di mar
Ma l’Anselmo in un momento
Mise fuori il desinar.
La città di Costantino
nello scorgerlo tremò
brandir volle il bicchierino
ma il Corano lo vietò.
Il Sultano in tal frangente
Mandò il palo ad aguzzar,
Ma l’Anselmo previdente
Fin le brache avea d’acciar.
Pipe, sciabole, tappeti,
Mezze lune, jatagan
Odalische, minareti
Già imballati avea il Sultan.
Quando presso ai Salamini
Sete ria incominciò
E l’Anselmo coi più fini
Prese l’elmo, e a bere andò.
Ma nell’elmo, il crederete?
C’era in fondo un forellin
E in tre dì morì di sete
Senza accorgersi il tapin
Passa un giorno, passa l’altro
Mai non torna il guerrier
Perché egli era molto scaltro
Andò in guerra col cimier.
Col cimiero sulla testa,
Ma sul fondo non guardò
E così gli avvenne questa
Che mai più non ritornò.
Si invitano i Siciliani sensibili e tra di loro rispettosi, ad intervenire socialmente (assistiti dalla Svezia con contratto decennale, rinnovabile), a salvare il salvabile di questa sfortunata Sicilia, ma potenzialmente ricca in grado di risolvere ai propri ospiti, tutte le problematiche creati dal 1948 ad oggi da parte i responsabili del sistema politico fallito in essere, con un debito pubblico ora anche alle stelle.Chi ha tempo non aspetti tempo!