Stefano Argentino: "Era fragile" parla il suo legale

Argentino suicida in carcere: disposta l’autopsia sul corpo

"I genitori non parlano, sono distrutti. La madre da ieri è sedata"
LE INDAGINI
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MESSINA – “L’ultima volta l’ho incontrato in carcere lunedì. Mi ha detto: ‘sai Peppe qui dentro non è semplice’. Io sapevo che Stefano era un ragazzo molto fragile che sarebbe bastato nulla nel far saltare quel minimo di serenità che aveva riacquistato, perciò avevo chiesto una perizia psichiatrica. Forse alla luce di quello che è successo non era poi così sbagliato”. Lo afferma l’avvocato Giuseppe Cultrera, il legale di Stefano Argentino, il 27enne detenuto per il femminicidio della collega di università, Sara Campanella, di 22 anni, che ieri si è tolto la vita nel carcere di Messina.

Intanto la Procura di Messina ha disposto il sequestro della salma di Stefano Argentino. Sulla salma di Argentino sarà disposta l’autopsia nell’ambito del fascicolo di inchiesta aperto che, al momento, è senza ipotesi di reato e senza indagati.

“I genitori non parlano, sono distrutti. La madre è da ieri è sedata – aggiunge – ora pensano solo a seppellire Stefano”. Il ragazzo da due settimane era in regime carcerario comune dopo mesi di alta sorveglianza per il rischio suicidio. Ieri in cella con lui c’era un ottantenne. Gli altri erano andati fuori per la socialità. 

 “Avevano tolto la sorveglianza, non si comprende su quale basi. L’avevano fatto di loro iniziativa. Io l’ho appreso ieri. Non le so dire da quanto tempo, non ci hanno comunicato nulla – aggiunge il penalista – questa è un’altra cosa delle quali vorremmo conto e ragione”.

L’avvocato Cultrera spiega che Stefano “prima era da solo in cella, poi per un periodo con un altro detenuto, e poi erano diventati in quattro. Era seguito da uno psicologo e da uno psichiatra”.

“È davvero troppo presto per pensare a un esposto – sottolinea il legale – per adesso la Procura di Messina ha aperto un’indagine. Appena avremo tutta la documentazione, e i genitori saranno non dico sereni, ma un minimo più rasserenati, cercheremo di capire come muoverci. È chiaro che non lasceremo il caso inosservato”.

Il dap valuterà la relazione carcere

Sulla base della relazione della direzione del carcere di Messina il Dap deciderà il da farsi sul suicidio di Stefano Argentino, il 27enne detenuto per il femminicidio della collega di università Sara Campanella, di 22 anni.

Al momento, a quanto pare, non risulterebbe aperta alcuna procedura diversa da altri casi simili: la morte del giovane è stata prontamente segnalata all’autorità giudiziaria, incaricata dei rilievi. Da parte dell’istituto di pena è previsto l’invio di una relazione al Dipartimento rispetto all’accaduto. Vista la relazione si valuterà se essa sarà già esaustiva nei suoi contenuti o se sarà necessario condurre approfondimenti, anche investendo l’ufficio ispettivo.

Le indagini coordinate dalla Procura di Messina, diretta da Antonio D’Amato, puntano a fare chiarezza sull’esatta dinamica dell’accaduto. Accertamenti saranno eseguiti anche sulla perizia medica che ha permesso il ‘declassamento’ del livello di sorveglianza nella struttura penitenziaria di Gazzi nei confronti di Argentino.


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