PALERMO – Una manciata di voti in più rispetto alle Europee del 2014 e due candidati che staccano il biglietto per Bruxelles. C’è sempre un porto sicuro per il Movimento cinque stelle che si lecca le ferite dopo la battuta d’arresto delle elezioni europee: la Sicilia. La media nazionale del 17% che relega i pentastellati in terza posizione dietro alla Lega e al Partito democratico, nell’Isola gonfia fino a un 31,1% che rende meno amaro il boccone elettorale dei grillini. I 479.562 voti raccolti nelle 5.300 sezioni siciliane, che comunque rappresentano un grosso passo indietro in valore assoluto rispetto alle Politiche del 2018, raccontano di un Movimento che almeno nell’Isola tiene a distanza lo scomodo alleato leghista e rappresentano anche un piccolo passo in avanti rispetto ai 448.539 consensi messi insieme cinque anni fa alle precedenti Europee.
La Sicilia, però, lancia anche un messaggio chiaro a Luigi Di Maio: nessuna imposizione dall’alto, così come avvenuto per il ruolo di capolista assegnato ad Alessandra Todde. L’ex manager di Olidata è stata vissuta come un corpo estraneo dagli elettori siciliani del movimento che hanno preferito l’ex ‘iena’ Dino Giarrusso e l’uscente Ignazio Corrao. Giarrusso, nonostante qualche sbavatura di troppo in campagna elettorale, è stato il candidato più votato in assoluto per il Movimento cinque stelle e in Sicilia ha messo insieme 108.146 voti. Corrao nelle nove province dell’Isola ne ha raccolti 107.639. Todde finisce la corsa in quinta posizione e riceve appena 36.328 preferenze. “La riconferma era molto complicata per una serie infinita di ragioni – sottolinea Corrao – e anche se sono rammaricato per il pessimo dato nazionale del movimento, qui siamo stati più forti di tutto”.
Suonano la carica i deputati M5s all’Ars. “Tra luci ed ombre queste elezioni mostrano un dato incontrovertibile: Il M5s c’è, è solidissimo ed è di gran lunga la prima forza politica isolana, che tiene a notevole distanza la Lega, staccata di oltre 10 punti, e praticamene doppia il Pd, relegato nell’Isola ad un ruolo nettamente marginale, come Forza Italia”. Una linea condivisa da vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, che però sui social aggiunge: “Non possiamo nascondere che i risultati nazionali non sono stati certo buoni. Adesso è il momento di una valutazione politica e della programmazione di un significativo cambio di passo”.
Qualche tossina, in realtà, questa tornata elettorale l’ha lasciata. Non si unisce al coro festante, infatti, Ugo Forello, candidato sindaco di Palermo per il movimento che vive ormai da seprato in casa con gli altri consiglieri comunali pentastellati. “Una disfatta annunciata – scrive sulla sua pagina Facebook -, il Movimento 5 stelle ha la grave responsabilità di avere consegnato il paese alle destre sovraniste”. Secondo Forello il partito targato Di Maio sta pagando “la mancanza di identità e il tradimento dei propri valori costitutivi”. Gli rispondono, senza citarlo espressamente, due ex compagni di viaggio a Sala delle Lapidi: Antonino Randazzo e Viviana Lo Monaco: “Tu che speravi in un risultato deludente del M5s e che adesso probabilmente starai anche esultando per l’esito della forza politica di cui ormai solo formalmente fai parte ricordati che sei libero di andare, così come di restare – scrive Randazzo sul suo profilo Facebook -, se resti però inizia realmente a sporcarti le mani sul territorio”. Lo Monaco si sfoga così: “A te che dall’interno ti prendi gioco di noi e cerchi continuamente di erodere il consenso a fatica conquistato sui territori. A te che sei più interessato alle apparizioni pubbliche piuttosto che a lavorare a testa bassa, oggi da che parte stai?”. E ancora: “Ammetti che ormai da tempo non sostieni un progetto comune”. Parole che fanno da preambolo a un aut aut: “O dentro o fuori, e tu hai dimostrato di voler stare fuori. Sii coerente e ammettilo”.