Il primo Natale della piccola Mariasole: "Così i medici l'hanno salvata"

Il Natale della piccola Mariasole: “Così i medici l’hanno salvata”

Il miracolo di una bambina palermitana, parla la mamma

PALERMO- Quando Mariasole è nata, i sorrisi che l’hanno accolta sono stati costretti a combattere, a prendere le armi incruente dell’amore e della scienza, per salvarla e proteggerla, contro le peggiori previsioni.

“La mia bambina è venuta al mondo il quattro luglio scorso, dodici giorni dopo il suo gemello. Pesava 590 grammi ed è stata subito intubata…”. La voce narrante è quella di mamma Luisa che parla e non si cela dietro l’anonimato, perché il suo cuore e quello di suo marito Giuseppe stanno rivedendo spiragli di luce, dopo la paura e l’oscurità. Uno è soprattutto il motivo di questo racconto: l’espressione di gratitudine nei confronti dei medici e del personale dell’ospedale ‘Buccheri La Ferla’ che ha preso in carico la piccola.

“All’inizio è stato un calvario – dice Luisa -. Mariasole è stata intubata, ha sofferto di emorragie polmonari e cerebrali. Il 31 luglio c’è stato il culmine della sofferenza. Il 3 agosto, nostra figlia, è stata operata al cuore e ancora intubata più volte. Ha rischiato tantissimo e può immaginare il nostro stato d’animo. A settembre abbiamo visto, finalmente, un po’ di luce. Adesso, nel suo primo Natale, sta meglio e la vita ci sorride un po’”.

Verrà il tempo di sgranare gli occhi davanti al presepe. Forse non si fanno più come una volta, con il borotalco sul sughero e le palme in contraddizione con tutta quella neve immaginifica e posticcia. Ma non ha importanza quale sia la forma contemporanea dei presepi. Il Natale è sempre la festa di qualcuno che nasce, con la sua fragilità, con la forza. Qualcuno che viene dall’amore e verso l’amore va.

“Vogliamo ringraziare tutti: i medici, gli infermieri e il personale – dice mamma Luisa – con una citazione speciale per la dottoressa Donatella Termini, primaria della Terapia intensiva neonatale. Tutti ci hanno dato, oltre alle cure, un supporto umano ed emotivo immenso. Ci sono stati vicini e non lo dimenticheremo mai”.


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