"Giunta frutto di miseri calcoli| Ecco chi ha spaccato il Pd" - Live Sicilia

“Giunta frutto di miseri calcoli| Ecco chi ha spaccato il Pd”

Antonello Cracolici

Intervista ad Antonello Cracolici. Domani a Roma vertice del Partito democratico sul "caso Sicilia". Dall'ex capogruppo toni tutt'altro che pacifici: "Crocetta? Lui e il 'cerchio tragico' vogliono un partito debole. Faraone? Altro che rottamatore, è uno sfasciacarrozze. Lupo? Pensa solo alla sua corrente"

Intervista ad Antonello Cracolici
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PALERMO – Domani a Roma il Pd discuterà del “caso Sicilia” dopo la clamorosa spaccatura che si è consumata all’interno del partito con la nascita del Crocetta-bis. E a sentire Antonello Cracolici, che domani parteciperà all’incontro, le premesse dell’incontro non sembrano le migliori. “Il Partito democratico è stato volutamente spaccato”, accusa il presidente della prima commissione dell’Ars, che parla di “miserabili calcoli personali” alla base della nascita del nuovo governo e attacca Crocetta, Faraone e Lupo, protagonisti dell’intesa che ha tagliato fuori i cuperliani, rimasti all’opposizione.

Onorevole Cracolici, all’appuntamento di domani si arriva con un chiarimento dopo le polemiche dei giorni scorsi?
“Io personalmente non ho cercato, né credo sia stato cercato nessun chiarimento. La situazione si presenta con una sostanziale frattura al momento non ricomponibile”.

Lei sembra categorico…
“Guardi, l’incontro romano nasce più dall’esigenza di avere un chiarimento su quello che è avvenuto a poche ore dall’elezione del nuovo segretario regionale. È stato ucciso in culla un tentativo di mettere in piedi un Pd che si fondasse sulla propria autonomia e visione politica e che non fosse solo il partito dell’Assemblea regionale siciliana. Quel tentativo di superare il partito-società per azione, tentativo che nasceva da un accordo unitario, dal quale Lupo si è sottratto, è saltato perché alla prima curva alcuni dei protagonisti di quell’accordo sono finiti fuori strada. E tutto si è ridotto a una miserevole evoluzione per accaparrarsi qualche posticino nel governo e magari qualche nomina nei gabinetti degli assessori”.

A suo giudizio ci sono delle responsabilità precise?
“E’ sotto gli occhi di tutti quello che è avvenuto. Mentre si discuteva di come uscire dalla crisi politica del governo e di come rilanciare la sua azione, alla fine si è preferito in nome di miserabili calcoli personali far saltare tutto ciò, per fare un governicchio di correnti e sottocorrenti per tentare di galleggiare. Questo dà un colpo serio al Pd. Qualcuno fa finta di non capire, come se la partita si fosse chiusa mentre invece la partita si è appena aperta. E le prospettive non sono rosee”.

Non sono rosee per il governo?
“Ho sempre detto che scindere la responsabilità del Pd dal governo era una pia illusione. Qualcuno ha pensato di usare la scorciatoia delle nomine nel governo per eludere la questione politica. Ma i problemi sono tanti. Penso alle indagini della Corte dei conti, all’asse con Ingroia che sta diventando una caricatura, a questo mettere dentro tutto e il contrario di tutto, da Ingroia a Cardinale…”.

…e ci sarebbe pure un problema di maggioranza all’Ars, che non c’è. O no?
“Mi pare che nelle prospettive nelle quali si sta collocando la fase di galleggiamento del governo, immediatamente si sarà costretti a ricorrere alla ricerca del voto trasversale di Forza Italia e Nuovo centrodestra per galleggiare. Ho visto in questo senso gli appelli un po’ scomposti del presidente della Regione, de tipo si salvi chi può. Ma non so chi si salverà”.

In sintesi: la maggioranza non c’è.
“Il Partito democratico è stato volutamente spaccato per rendere debole il Pd e consentire questa situazione raccogliticcia. Un governo che nasce senza mezzo Udc, senza mezzo Pd… Non ci dovevano essere assessori candidati alle Europee e ce ne sono due. Quando non c’è la politica prevale il galleggiamento”.

Intanto oggi arriva in Aula il salvaimprese. In questo contesto la legge è a rischio?
“Sono stato tra i pochi a difendere questo mutuo. Ora vedo degli emendamenti-manifesto sostenuti dalla destra a cui il governo ha detto sì. Praticamente di fronte a un taglio da 150 milioni di euro netti imposto da Renzi, nelle stesse ore l’Assemblea dovrebbe votare una norma che dice dal 2015 forse diminuiremo l’Irpef: questa è pura propaganda”.

Non la convincono i nuovi assessori?
“Non giudico gli assessori, l’ho già detto. Ma il come è nato questo che è il governo dei rimasugli, del “chi c’è, c’è”. È costruito nelle conventicole della politichetta, senza un progetto per la Sicilia”.

Lei poco fa ha detto che si è voluto spaccare il Pd. Chi lo ha voluto?
“Innanzitutto Crocetta e una parte del cerchio tragico, come lo definisco io. Un Pd più autonomo e autorevole avrebbe aperto un rapporto dialettico anche positivo”.

Ma questo è ciò che da mesi lei sosteneva, anche in sintonia con il precedente segretario Lupo con cui lei è spesso stato in conflitto…
“Sì, ma Lupo non ha lavorato per questo. Ha pensato alla sua corrente, e basta”.

Lei cosa dirà domani a Roma?
“Che ha pesato anche il ponziopilatismo della segreteria nazionale, che da un lato ha detto di non aver dato nessuna copertura all’operazione, ma d’altra parte è stato detto che per la segreteria nazionale del rimpasto se ne occupava Faraone… Io non sapevo che il Pd fosse stato commissariato”.

Davide Faraone è componente della segreteria nazionale, non aveva titolo per occuparsi del rimpasto?
“Non credo che Faraone sia stato nominato per curare i rapporti con Crocetta. Fino a prova contraria abbiamo eletto una persona che se ne deve occupare. Qui mi pare che altro che rottamazione, siamo in presenza di uno sfasciacarrozze…”.

Ma sta parlando ancora di Faraone?
“Faraone piuttosto che rottamare si è preso qualche briciola di potere, sistemando alcuni amici tra assessori e gabinetti”.

Ma a suo modo di vedere come si esce da questa situazione?
“Deve uscirne chi ci si è infilato. E si chiama Crocetta. Io temo che il problema non è quanto resiste il governo Crocetta ma cosa ci lascia questa esperienza in termini di efficacia dell’azione amministrativa. Ci sono tante cose in ballo, la Corte dei conti, le inchieste sulla sanità, e in particolare su Villa Sofia che hanno investito una persona assai vicina al presidente. E vedo poi il dibattito in corso su una certa antimafia, che io ho definito un circo Barnum e sulla quale adesso diversi si esprimono criticamente”.

Già, la polemica sull’antimafia. Perché di questo si parla solo ora?
“C’era forse l’ipocrisia o per qualcuno, chissà, il timore. Il chi te lo fa fare, chi ti metti contro? Ma io mi sento un uomo libero e la mia libertà è la più grande ricchezza di cui dispongo. Io ho l’impressione che la vicenda politica siciliana è come una pallina che scivola lungo il piano inclinato e più scivola più prende velocità”.

 


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