"Il Papa a Brancaccio, che felicità | Ma chi dovrebbe guidarci è assente" - Live Sicilia

“Il Papa a Brancaccio, che felicità | Ma chi dovrebbe guidarci è assente”

Papa Francesco a Brancaccio

Parla il parroco del quartiere, dopo la visita di Francesco. E non le manda a dire.

PALERMO- “Sono passati solo quattro giorni, ma ancora qualcuno si deve riprendere dallo shock di averlo visto sotto casa propria”. È con queste parole che don Maurizio Francoforte, parroco della chiesa di San Gaetano, riassume i segni lasciati da Papa Francesco a Brancaccio. Un quartiere in festa, ancora stordito dalla potenza del gesto che il Santo Padre ha scelto di compiere trascorrendo il suo 15 settembre 2018 nel luogo dove “3P”, padre Pino Puglisi, ha dato fondo a tutte le proprie forze per sottrarre la gente alla mafia e suonare la sveglia per Palermo.

Gioia e senso di responsabilità, ma non solo: la visita del Papa lascia spazio a riflessioni vecchie e nuove, che da Brancaccio si irradiano in tutta la città. Don Maurizio è un uomo dei fatti, che non le manda a dire. Il parroco sa bene che la venuta di Francesco non deve essere considerata un punto d’arrivo, ma una rinascita.

“Il Papa ha certamente cambiato qualcosa nella percezione delle persone nel nostro territorio – commenta Francoforte – però non è che per il resto abbiamo avuto poi tanta attenzione… Non è che ci abbiano proprio rimesso a nuovo il quartiere”. A Brancaccio un barlume di cambiamento si percepisce, ma parte da dentro. “Per quanto riguarda i problemi, senza dubbio. Le persone si sono sentite amate dal Papa. Il senso di gratitudine nei confronti del Papa e della Chiesa universale, sono ancora vivi. Ma se parliamo, ad esempio, di immondizia… La raccolta non c’era prima e non c’è adesso”.

“C’è il desiderio di tornare a quell’ordinarietà vissuta in occasione della visita, e che dovrebbe esserci sempre”. Ancora una volta, le parole di don Maurizio fotografano inequivocabilmente una realtà che altro non vorrebbe che gli strumenti per vivere in condizioni normali. In vista dell’incontro con Papa Francesco, Brancaccio era stato oggetto di un piccolo “restyling”, superficiale ma d’impatto, con interventi di abbellimento. “Però siamo chiari: se senza soldi eravamo prima, senza soldi siamo adesso – risveglia bruscamente don Maurizio –. Se bastasse una visita, come ad esempio quella del premier Conte, lo inviteremmo tutto l’anno! Ma i problemi rimangono, da cittadini si avvertono forte e chiaro”.

I problemi non si risolvono in un giorno; c’è però una rinnovata speranza che, unita alla sensazione che qualcuno abbia risposto all’accorato “Noi esistiamo”, dà nuova linfa a don Francoforte e all’intero quartiere: “Sono stati cinque minuti di felicità per questo territorio. Per cinque minuti Brancaccio non è stata la terra dei fratelli Graviano, ma il luogo della visita del Papa”.

Ma l’entusiasmo di fedeli e non trova comunque un ostacolo: a detta di padre Maurizio: “Possiamo anche fare qualunque cosa, rivoltare questa città da cima a fondo; ma chi ha il compito di condurla, di guidarla, di accompagnare i cittadini in questa responsabilità, poi è assente”. Era assente per davvero, il sindaco Leoluca Orlando, in occasione di un’altra visita illustre che ha contribuito a rendere Brancaccio il centro d’Italia per qualche giorno. Il 14 settembre, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha inaugurato l’anno scolastico nella scuola intitolata a don Puglisi; Orlando, in segno di protesta al taglio dei finanziamenti del Bando Periferie, non si è presentato. “Mi dispiace – dichiara secco don Maurizio –. Io credo molto nel dialogo ma soprattutto nell’incontro-scontro delle idee. Se una coppia non dialoga, non può arrivare a un punto comune su come condurre la famiglia. Poi so per certo che i miei parrocchiani hanno talmente tante preoccupazioni che non possono nemmeno soffermarsi​ sull’assenza del sindaco, perché quei bambini che erano a scuola hanno bisogno di cose ben diverse da un applauso o una foto.

Diceva don Pino: ‘Alle parole bisogna far seguire i fatti’”. Ed è quello che invece ha dimostrato Papa Francesco, secondo il parroco, con quel “gesto di essere venuto qui, che è valso più di tante parole. Che il Papa infatti non ha detto”.

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