Incontro Davide-Veronica in cella | "Per le immagini non sei innocente" - Live Sicilia

Incontro Davide-Veronica in cella | “Per le immagini non sei innocente”

Lei l'aveva invitato più volte. Lui ora l'ha incontrata nel carcere di Agrigento dove è rinchiusa con l'accusa di aver ucciso il diglio di otto anni Loris. L'avvocato della donna a Livesicilia: "L'incontro potrebbe servire a Davide per convincersi della totale innocenza di lei". Ma le indiscrezioni sull'incontro raccontano di un uomo che crede ai pm e non alla moglie.

AGRIGENTO – “L’incontro in carcere con la moglie potrebbe aiutare Davide Stival a comprendere che Veronica Panarello non ha ucciso il figlio Andrea Loris”. Ne è convinto Francesco Villardita, legale della donna attualmente reclusa con l’accusa di omicidio, che analizza, con Livesicilia, ogni particolare dell’incontro che sarebbe avvenuto – secondo l’agenzia Ansa- in carcere tra Davide Stival e la moglie.

Villardita esordisce mettendo in dubbio che l’incontro sia avvenuto realmente: “Da legale della Panarello non sono tenuto a conoscere ogni visita che viene fatta in carcere da parte dei parenti. Non sono a conoscenza del fatto che siano state programmate visite del marito, anche perché oggi è un giorno festivo e serve un permesso straordinario del giudice, permesso che è possibile concedere”.

Fatte queste premesse, nel caso in cui l’incontro tra marito e moglie sia avvenuto realmente, il legale è convinto che “servirà a far comprendere, a Davide Stival, la totale innocenza della moglie. Solo guardandola negli occhi potrebbe convincersi della sua estraneità alle accuse”. In sede d’indagine il marito ha confermato agli investigatori che le sagome riprese nei video, a pochi passi dall’abitazione, sarebbero riconducibili alla moglie e ai due figli. Questa testimonianza rappresenta uno dei pilastri dell’accusa, visto che dal riconoscimento delle sagome arriva la conferma al fatto che Veronica Panarello non avrebbe accompagnato il figlio a scuola. Alle indagini, ancora in corso e che hanno sino a questo momento confermato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico di Veronica Panarello, manca la cosiddetta “pistola fumante”.

Il lavoro dei pm Marco Rota e Carmelo Petralia è stato complesso e di altissimo livello investigativo: l’analisi dei filmati delle telecamere ha superato il vaglio di ben due giudici terzi. Secondo la magistratura, Veronica Panarello sarebbe responsabile dell’omicidio del piccolo Andrea Loris. Ma la sua presenza in prossimità della scena del crimine è confermata da alcuni filmati che immortalano un’auto compatibile con quella utilizzata dalla donna. A condire il tutto ci sono le dichiarazioni senza riscontro della donna, ma anche la mancanza di attendibilità dei testimoni che inizialmente avevano escluso che la Panarello avesse accompagnato il figlio a scuola. In ogni caso resta una famiglia distrutta, e quell’incontro in carcere tra Davide e Veronica oltre alle possibili conseguenze processuali ha certamente un importante valore umano.

*Aggiornamento ore 17.54
Veronica “dice di essere innocente, ma le immagini delle telecamere dicono un’altra cosa…”. E’ la contestazione mossa da Davide Stival alla moglie durante il colloquio nel carcere di Agrigento. L’incontro era stato organizzato da tempo in un giorno festivo per rimanere riservato. L’uomo si è detto “scosso dal colloquio” che, al momento, “non è previsto avrà un seguito”.
Un incontro ‘blindato’ quello tra Veronica Panarello e Davide Stival. Il colloquio è avvenuto in una sala riservata, il primo da quando la donna è stata arrestata lo scorso 9 dicembre con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere per avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni. “Non credo che ce ne saranno degli altri” prevede Daniele Scrofani, legale di Davide Stival. Durante il colloquio, durato qualche ora, Stival ha chiesto alla moglie di ricostruire passo dopo passo la giornata del 29 novembre: “Non è cambiato nulla – dice Scrofani – Veronica Panarello ha continuato a sostenere la sua versione, quella di aver accompagnato Loris a scuola quel giorno e il mio assistito le ha risposto sulla base di quello che ha visto nelle immagini estrapolate dalle telecamere: le due verità non coincidono”. “Questo incontro – rivela l’avvocato Scrofani – il mio assistito lo voleva da un po’, ma ha aspettato finora, anche alla luce della decisione del Tribunale del riesame. La sua posizione, però, non cambia: allo stato degli atti, per lui, le immagini parlano chiaro e quindi crede di più alla Procura che a lei”.


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