Il Pd etneo su Rai3, puntata sul |partito “acchiappavoti” - Live Sicilia

Il Pd etneo su Rai3, puntata sul |partito “acchiappavoti”

Già dal titolo, la prima puntata della trasmissione di Rai Tre non prometteva bene per i democratici. Del resto, i cambi di casacca e la campagna acquisti degli ultimi mesi erano già un primo scheletro della sceneggiatura ideale per una puntata sulla “trasformazione genetica” del Pd.

 

 

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CATANIA – Il Pd etneo a “Presa Diretta”. Già dal titolo, “i partiti acchiappavoti”, la prima puntata della trasmissione di Rai Tre non prometteva bene per i democratici. Del resto, i cambi di casacca e la campagna acquisti degli ultimi mesi erano già un primo scheletro della sceneggiatura ideale per una puntata sulla “trasformazione genetica” del Pd. E il capitolo etneo non poteva che fare scuola. Riccardo Iacona fa tappa a Catania, naturale prosecuzione di un tour nei territori e nelle sezioni vuote in giro per la Sicilia. Il reportage racconta un partito che, appena divenuto vincente, inizia a ingrossare le sue fila di onorevoli con trascorsi al centro e a destra. Iacona racconta tutto questo e scatta una fotografia nitida di quello che rimane del vecchio matrimonio tra cattolicesimo democratico ed eredi del Pci alle falde dell’Etna. Le immagini che scorrono sul teleschermo ci riportano all’ingresso in massa dei deputati di Articolo 4 nel Pd celebrato alle Ciminiere qualche mese fa.

Un’operazione questa non discussa con i circoli ma venuta dall’alto sotto la regia del braccio destro di Renzi in Sicilia, Davide Faraone. “I duemila partecipanti della convention non sono i militanti del Pd ma i sostenitori dei deputati di Articolo 4”, come rileva lo stesso Iacona. Ecco i volti nuovi del partito democratico: i deputati regionali Luca Sammartino, Valeria Sudano, Raffaele Pippo Nicotra. Il giornalista passa in rassegna il curriculum vitae dei protagonisti partendo da Nicotra. “Una lunga carriera politica che lo ha visto attraversare ben quattro partiti: nuovo Psi (con il centro destra), l’Mpa di Raffaele Lombardo (al centro), poi svolta decisamente a destra aderendo al Pdl di Berlusconi infine si fa eleggere con l’Udc che sostiene il candidato del centro sinistra Crocetta”. Iacona ricorda inoltre che nel 1993 il comune di cui era sindaco Nicotra, Aci Catena, “viene sciolto per infiltrazioni mafiose”.

Con queste motivazioni: ”a carico dell’attuale sindaco Raffaele Nicotra sono emersi inequivocabili collegamenti con pregiudicati di Aci Catena legati alla nota famiglia mafiosa Santapaola Ercolano dedita a rapine, omicidi ed estorsioni”. Sulle accuse di “connivenza con la mafia”, il deputato replicando parla di “sciacallaggio speculativo” dimostrato dal fatto che come sindaco di un Comune sciolto per mafia non ha mai ricevuto un avviso di garanzia. “Il Pd mi piace perché è un partito moderato che sta prendendo la forma della vecchia Dc”, dice un Raffaele Nicotra quasi emozionato nel menzionare la balena bianca. “Non so se chiamerà più Pd, magari un’altra sigla, ad esempio Partito della Nazione” anticipa il deputato.

Una dichiarazione che ha il gusto della profezia nel momento in cui la critica, carica di preoccupazione che viene rivolta al Pd, è quella di spianare la strada nella ricerca spasmodica di voti a un processo che porterà a distruggere la sua identità e a costruirne una nuova di zecca. “Il rovesciamento di fronte di Valeria Sudano è spettacolare: si candida nella lista Cantiere Popolare che sostiene Nello Musumeci, il candidato del centrodestra contro Crocetta, ma appena eletta, la Sudano transita nel movimento Articolo 4 e adesso anche lei entra nel Pd”, racconta Iacona presentando la nipote di Mimmo Sudano per anni capo indiscusso della dc catanese. Il reportage a questo punto si occupa delle vicende giudiziarie relative alla discarica di Motta Sant’Anastasia e del suo proprietario Domenico Proto, titolare della Oikos, e il suo legame di amicizia con Mimmo Sudano. La regione Sicilia ha decretato la chiusura della discarica “dichiarandola illegittima” ma questa è stata al centro di una battaglia politica che ha visto come protagonisti i circoli del Pd di Misterbianco e di Motta Sant’Anastasia.

Non a caso sono questi i circoli colpiti da una forte emorragia di iscritti, fuoriusciti dal partito all’indomani dell’ingresso di Valeria Sudano e Luca Sammartino. Il sindaco piddino di Misterbianco, Nino Di Guardo, che per anni si è battuto per la chiusura della discarica, racconta di quando Proto sosteneva Mimmo Sudano in campagna elettorale e avverte che laddove il suo partito dovesse cambiare posizione sulla discarica metterebbe in discussione la sua appartenenza al Pd. Ed è uno degli ex compagni (con quarant’anni di militanza alle spalle) del circolo di Misterbianco a sottolineare quanto questi nuovi ingressi siano un “boccone troppo amaro”: una cosa sono le alleanze scomode o indigeste per la base, altra cosa è portare l’avversario in casa propria. Dal confronto viene fuori che in realtà si parla di una pratica già consolidata: ai tempi dell’ultimo congresso provinciale “si tesserarono anche esponenti del centrodestra”. A parlare sono renziani della prima ora che hanno capito, troppo tardi, il bluff della rottamazione.

Oggi la sezione è chiusa e la storica bandiera del Pci del 1921 giace dentro un magazzino. Le cose non vanno meglio a Motta: ”l’ottanta per cento del direttivo del circolo si è dimesso e sono andati via anche gli iscritti”. “Il calo degli iscritti dovuto a questa crisi di identità”, argomenta il segretario Antonio Caruso. Le elezioni amministrative hanno visto contrapporsi Anastasio Carrà, sostenuto da Sammartino e Sudano, e due esponenti del Pd: Danilo Festa (ex segretario del circolo e consigliere comunale uscente) e Daniele Capuana (ex Mpa). “La candidatura di Festa non è piaciuta ai dirigenti del partito di Catania”, spiega Iacona.

Nonostante questa fosse espressione del circolo locale. “Il Pd provinciale si ribellò a questa scelta e decise di appoggiare un altro candidato proveniente da ambienti di centro destra e non assegnò il simbolo a nessuno, ci negarono anche le primarie” ricorda Festa, ormai ex militante del Pd, ricollegando il mancato appoggio alle storiche battaglie condotte nel comitato contro la discarica. Alla fine le elezioni se le è aggiudicate il candidato di Articolo 4. Iacona fa notare che Festa sarebbe stato il primo sindaco di Motta contro la discarica. “Abbiamo avuto amministrazioni i cui amici, figli e nipoti a tutt’oggi lavorano in discarica”, denuncia Festa. Non sfugge il riferimento, esplicitato da Iacona, all’attuale sindaco che “ha un figlio e un nipote” che lavorano per la società di Proto.

Ma c’è pure chi, pur avendo rinnovato la tessera, non ha gradito l’ingresso dei deputati di Articolo 4. Sono gli iscritti della sezione “Centro” del partito catanese. Adele Palazzo, segretaria del circolo parla di “una scelta presa dall’alto” e dimostra un certo imbarazzo quando Iacona le chiede se consegnerebbe la tessera a Nicotra, Sudano o Sammartino. I militanti presenti dicono un chiaro “no”. “E’ un problema di paura e basta è una questione di poltrone” replica Valeria Sudano. “È più il Pd che è entrato in Articolo 4 che non viceversa” sintetizza bene Iacona. Il segretario regionale Fausto Raciti prova a calmare le acque e assicura che saranno loro a governare i processi ed evitare la mutazione genetica del partito. “Il Pd non cambierà identità: non è un partito in vendita”. Ma i numeri non sono un’opinione e il peso elettorale dei nuovi acquisti è destinato a stravolgere e ridisegnare i rapporti di forza all’interno del partito e ad avere conseguenze sulla scelta dei vertici .

 

 

 

 

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