Il Partito Democratico siciliano ritrova l’unità e dà mandato al proprio segretario, Giuseppe Lupo, di avviare a luglio una verifica politica con il centrosinistra e il Terzo polo per discutere di alleanze, elezioni regionali anticipate e primarie di coalizione. Un passaggio politico delicato dal quale dipenderà il referendum, fissato per il prossimo 25 settembre, che chiederà agli iscritti di pronunciarsi sull’alleanza con Raffaele Lombardo.
L’Assemblea del partito isolano, riunitasi oggi al San Paolo Palace di Palermo, è stata l’occasione di un confronto serrato, e a volte parecchio animato, fra le anime del Pd divise fra loro sulla fiducia al governatore e la consultazione referendaria. Tutti d’accordo, invece, sul dichiarare conclusa l’esperienza dell’esecutivo tecnico e sulla necessità di aprire una nuova fase politica che veda nell’alleanza con Idv, Sel e Terzo polo la coalizione che si candiderà alle elezioni amministrative del 2012 (190 comuni fra cui Palermo, Trapani e Agrigento) e alle prossime regionali.
Ad aprire i lavori è stato il segretario Giuseppe Lupo che, dopo aver analizzato l’esito del voto del 12 e 13 giugno, ha evidenziato la necessità di un cambio di passo del governo dei tecnici che, nonostante le riforme approvate, ha ormai fatto il suo tempo e ha annunciato, entro luglio, un incontro con i partiti del centrosinistra e del Terzo polo per discutere dell’anticipazione delle prossime elezioni regionali “per intercettare il vento del cambiamento che spira anche in Sicilia”, e proporre le primarie di coalizione a tutti i livelli. Una coalizione che dovrà confrontarsi con i risultati della prima conferenza programmatica del Pd che si terrà nei prossimi mesi.
Una relazione che ha riscosso il consenso di tutte le componenti e riportato armonia in un partito che ha rischiato però di dividersi quasi subito su uno dei punti scottanti all’ordine del giorno: l’elezione del presidente dell’Assemblea. Angelo Capodicasa era dato in pole position, ma il mancato accordo fra correnti ha rischiato di mandare tutto a monte e così si è deciso di rinviare a data da destinarsi la designazione.
La giornata, aperta con un applauso ad Antonio Lo Presti, sindaco di Militello recentemente scomparso a causa di un incidente, e alla quale hanno partecipato anche il coordinatore della segreteria di Bersani, Maurizio Migliavacca, e l’assessore regionale alle Infrastrutture Pier Carmelo Russo, ha visto poi gli interventi dei big del partito divisi fra favorevoli e contrari al referendum e al governo politico.
Per Enzo Bianco “è inaccettabile che Lombardo dia le pagelle ai dirigenti del Pd, come se lo avesse commissariato”, mentre secondo Vladimiro Crisafulli “il Pd è in gravissime condizioni, spero non irreversibili. Dobbiamo ritirare l’appoggio al governo e arrivare a breve alle elezioni, altrimenti si lasci decidere agli iscritti mediante il referendum”. Maurizio Migliavacca ha chiesto che “le alleanze locali corrispondano a quella regionale e che il Pd esprima un proprio candidato alle prossime elezioni, per evitare che sia espressione di uno dei due estremi di una coalizione allargata”, e Francantonio Genovese, della corrente Innovazioni, ha posto l’accento sulla necessità di non estremizzare le posizioni: “Non possiamo andare da soli o pensar di dettare legge in casa degli altri. Ci vuole una transizione, da qui alle prossime elezioni, con l’aiuto delle segreteria nazionale”.
Nella replica conclusiva della relazione, approvata a maggioranza con tre astenuti e nessun contrario, Lupo ha anche espresso solidarietà agli amministratori democratici oggetto di intimidazioni e minacce e ha proposto l’istituzione di una mini-commissione che si occupi di verificare eventuali discrepanze fra il regolamento per il referendum, stilato dalla commissione regionale, e gli statuti del partito prima della fine di luglio, in modo da permettere ai proponenti della consultazione, gli unici a poterla disdire, di decidere alla luce della verifica politica se procedere oppure no. Un’apertura in tal senso è arrivata da Crisafulli: “Se verificheremo che non ci sono più i presupposti per il referendum, non lo faremo. Non dobbiamo mica tenerlo per forza”.
E’ stata poi la volta dell’elezione di alcuni organi di partito, come la commissione della tesoreria (ratificata a tal proposito la nomina a tesoriere di Teresa Piccione), la commissione di garanzia (sette componenti di cui tre indicati da Lupo, due da Lumia e due da Mattarella) e la surroga di 40 componenti della direzione regionale. Un accordo dell’ultimo minuto ha permesso la presentazione di liste unitarie, anche se non sono mancate le tensioni. Sul nome di Rosalinda Campanile, indicata dall’area Lumia per la commissione di garanzia, si è scatenata la furia di Crisafulli che ha posto il veto: fra i due non scorre buon sangue a causa delle ultime elezioni amministrative di Enna, vicenda che ha portato all’espulsione della Campanile, e alla fine Lumia ha cambiato candidato. I componenti della direzione, espressione dei 120 nuovi membri dell’Assemblea eletti dai congressi provinciali, sarebbero dovuti essere trenta ma, per accontentare tutte le correnti, sono stati aumentati: 14 per l’area Lupo, 13 per l’area Mattarella, 12 per quella Lumia e uno per l’area Marino.