ROMA– Sulla possibilità di concedere l’utilizzo delle intercettazioni dell’ex senatore Pd Nino Papania, i Dem ci ripensano e, mentre in Giunta per le Immunità prima votano il “sì”, permettendo al Tribunale di Palermo di poter usare, in un processo per corruzione, alcuni ascolti che lo riguardano, in Aula a Palazzo Madama si stoppa tutto e si rinvia il “dossier” in Giunta. “E’ grave la scelta del Pd – spiega Buccarella (M5S) – soprattutto il giorno dopo la decisione di commissariare il partito romano per fatti di corruzione e mafia”.
L’esponente del Pd siciliano Nino Papania, già definito “impresentabile” dalla commissione di garanzia del partito alle ultime elezioni politiche, risulta coinvolto tra Trapani e Palermo in una serie di inchieste, alcune delle quali anche sul voto di scambio. La vicenda giudiziaria per la quale i magistrati palermitani hanno chiesto al Senato di poter utilizzare conversazioni telefoniche e sms “casuali” riguarda fatti di corruzione, assunzioni in cambio di appalti.
Papania, si legge nella relazione della Giunta redatta da Maurizio Buccarella (M5S), “nell’ambito della gestione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani dell’ATO Trapani 1, in concessione all’Aimeri Ambiente Srl, in concorso con Orazio Colimberti, direttore dell’Area Sud della società concessionaria e con Salvatore Alestra, direttore dell’ATO Trapani 1, avrebbe – secondo l’accusa – istituito un accordo criminoso in cui “riceveva da Colimberti, in più occasioni, utilità consistite nell’assunzione di numerose persone a lui gradite e da lui segnalate indicendo Alestra a compiere, in cambio di tali assunzioni, atti contrari ai suoi doveri di pubblico ufficiale””. In pratica, si sintetizza, “in cambio dell’assunzione di personale imposto da Alestra e dal senatore Papania, Colimberti avrebbe ottenuto per la sua società “il benestare degli organi di governo ambientale sugli appalti e sull’irregolare svolgimento del servizio”. E questo si sarebbe protratto, sempre secondo l’accusa, dal 2010 fino al maggio 2012. Il Gip di Palermo aveva già ridotto la portata della richiesta del Pm, limitando il numero delle intercettazioni da poter utilizzare, e la Giunta aveva disposto un’ulteriore “sforbiciata”. Dicendo “sì”, comunque, all’uso degli ascolti, con un solo voto di scarto e i componenti del Pd divisi. Ora, dopo la sospensione votata dall’Aula del Senato anche con i voti del Pd perché si riducessero ulteriormente gli ascolti da poter usare nel processo, tutto torna in alto mare. Cioè in Giunta. Con un conseguente allungamento dei tempi che potrebbe determinare lo stralcio della posizione di Papania dal procedimento penale attualmente in corso.
(Fonte ANSA)