Portiere-ladro si pente: | "Rubare non è nel mio dna" - Live Sicilia

Portiere-ladro si pente: | “Rubare non è nel mio dna”

C´è un uomo in cui per mesi hanno lottato, così dice, la tentazione e la dignità. E spesso ha vinto la prima. Come racconta la sua storia Liborio Terregino, il portiere di via Wagner arrestato mercoledì per avere rubato mille euro nello studio di un oculista del quale aveva le chiavi, già scarcerato e subito tornato al suo posto di lavoro con sorpresa e preoccupazione di qualche condomino.
“Neanche io – spiega l’uomo – so come ho perso la dignità. E´ cominciato tutto una sera quando, al settimo piano, ho trovato la porta dello studio socchiusa. Chiamo e non risponde nessuno. Mi accorgo della cassa e scatta la tentazione. Mi avvicino, vedo qualche banconota e come un ragazzino prendo dieci euro e scappo. Una bravata, mi vergogno. Ma la sera successiva accade la stessa cosa.
Come avevo le chiavi? Una volta un elettricista, dopo aver sistemato l´impianto elettrico nello studio, le restituì a me perché il dottore non c´era. Per errore ne ho tenuto una copia e in questi mesi ne ho approfittato”.
Tiene gli occhi bassi Liborio,ammette la vergogna:”Non è nel mio dna fare certe cose, oggi mi sono scusato col dottore, ma lui mi ha risposto che non gli sembro per niente pentito”.
Poi prova ad assolvere se stesso: “Non sono l´uomo terribile che hanno dipinto i media. La reazione è stata esagerata, neanche per un mafioso di grosso taglio avrebbero fatto tanta pubblicità. E poi, non è vero che mancano mille euro, sarebbe stato impossibile statisticamente”. Sorride. Entra un uomo in portineria, chiede di qualcuno e lui, con professionalità e gentilezza citofona e lo annuncia. “Prego, quarto piano” e riprende la sua confessione. “Le dicevo, il dottore ha due studi e qui visita soltanto due volte a settimana. Quanto può lasciare in cassa? 40, 50 euro? E io ne prendevo solo dieci, ogni tanto venti. Come potevo arrivare a una cifra così alta?” Appare realmente pentito Liborio, non sa più cosa dire. “Spero solo che non mi licenzino”.
Non è quello che si augura Lorena, la segretaria del dottore derubato e prima sospettata dei furti: “E´ inconcepibile – dice la donna – che un uomo che ha rubato la passi liscia così. Ma dov´è la giustizia? Io ho vissuto momenti terribili, pensavano che fossi io la colpevole. E non sa quanto è brutto arrivare sul posto di lavoro e sentire gli occhi di tutti su di te, come se fossi una criminale. Deve pagare, su questo non ci sono dubbi”. E, intanto, si aspetta la riunione condominiale per decidere le sorti di Liborio.

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