Il piccolo racket della prepotenza - Live Sicilia

Il piccolo racket della prepotenza

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E’ da più parti considerato il primo passo, la prima impronta di quel controllo del territorio esercitato dalla criminalità organizzata nella città di Palermo. Il posteggiatore abusivo, quello con la “tariffa fissa”, quello delle minacce velate e dei danni all’auto se non si paga. Ciò non significa che i posteggiatori di Palermo sono mafiosi, ma certo dell'”onorata società” assumono tutti gli atteggiamenti e le pratiche.
Nella nota vicenda del racket alla Antica focacceria San Francesco, i guai per i titolari cominciano proprio con il posteggiatore, Maurizio La Corte. Questi aveva annunciato ai Conticello che non poteva più restare, che doveva andare via. “Ci sono comandanti nuovi e io con questi non voglio averci a che fare perché sono pericolosi ed è preferibile che io mi metta da parte perché io non lo so che intenzioni hanno questi” diceva La Corte. Un chiaro segnale che l’organizzazione si serve comunque dei posteggiatori. E cambiando i vertici criminali in una determinata zona – secondo quanto ci ha mostrato quel processo – cambiano anche i posteggiatori.
L’attività dei parcheggiatori abusivi è un piccolo racket. “Piccolo” solo per la cifra, perché le modalità sono esattamente le stesse. Una persona senza alcuna autorizzazione impone a comuni cittadini il pagamento della tassa sulla soverchiaria quotidiana, esercitata da chi non ha alcun titolo. I palermitani più integerrimi non cedono, non danno un centesimo, posteggeranno molto più lontano. Di recente una vasta operazione di polizia ha liberato le strade della centralissima via Libertà da posteggiatori abusivi. Erano tutti (o quasi) extracomunitari. E gli altri? I posteggiatori nostrani sono sempre al loro posto. E mentre i cittadini si difendono come possono, attendendo che qualcosa sia fatta, rimpiangono che un tempo c’era solo la richiesta senza pretesa – il classico “mu fa pigghiare u cafè?” – contro la tariffa fissa della soverchieria per non trovare l’auto sfregiata. Dopo tanti passi in avanti fatti in città contro il pizzo agli esercizi commerciali, si potrebbe cominciare a pensare di liberare dal racket i comunissimi cittadini.


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