PALERMO – Il pm dimentica di inserire nel fascicolo le indagini difensive e il gip fa dietrofront revocando il decreto di giudizio immediato. Accade a Palermo per 9 imputati di mafia. A sollevare la questione è stato l’avvocato Luigi Pipitone del foro di Marsala che assiste gli imputati assieme ai colleghi Luca Cianferoni, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Oddo, Pietro Riggi, Giuseppe Della Monica. La Procura che, a maggio aveva fermato gli indagati accusati, a vario titolo di far parte della “famiglia” di Marsala-Petrosino, aveva chiesto e ottenuto dal gip di poter saltare l’udienza preliminare andando direttamente a giudizio in quanto le prove raccolte erano ritenute “evidenti”. Ma nelle carte mandate al giudice per la valutazione mancavano le memorie che illustravano le indagini difensive effettuate. In questo modo, scrive il gip che ha revocato l’immediato, non è stato possibile valutare l’intero quadro probatorio. L’immediato era stato disposto per Andrea Alagna, Alessandro e Vincenzo D’Aguanno, Calogero D’Antoni, Michele Giacalone, Massimo Giglio, Simone Licari, Michele Lombardo e Aleandro Rallo. L’indagine a loro carico, condotta dalla Dda, portò in carcere il “reggente” della “famiglia” di Marsala-Petrosino, Vito Vincenzo Rallo, 57 anni, pastore, con tre condanne definitive per mafia sulle spalle per una quindicina d’anni di carcere, fratello del 63enne boss mafioso e killer Antonino Rallo.
Gli indagati sono accusati di far parte della famiglia di Marsala-Petrosino.
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