Sessantadue anni, assassinato dalla mafia il 29 agosto 1991. L’agguato scatta in via Alfieri, a Palermo, a pochi metri dalla sua abitazione. Titolare di una fabbrica di biancheria intima (la “Sigma”), alcuni mesi prima aveva urlato il proprio ‘no’ al pagamento del “pizzo” a Cosa nostra anche attraverso una lettera pubblicata dal Giornale di Sicilia in cui, scrivendo al “caro estorsore”, ribadiva di non volersi piegare al ricatto mafioso. Grassi diventa un vero e proprio problema per la mafia, in quanto simbolo della ribellione al racket. Così i mafiosi decidono di eliminarlo, per evitare che altri imprenditori seguano il suo esempio.
L’incarico di eliminare Grassi viene affidato alla famiglia Madonia che, grazie al pizzo, ha accumulato una montagna di soldi e quindi è quella che rischia di più. Missione compiuta. Ma è anche l’inizio della presa di coscienza di centinaia di imprenditori, non solo di Palermo.
(La biografia è tratta da “La mafia dalla A alla Z”, la “piccola enciclopedia di Cosa nostra” edita dalla Novantacento. Il volume, realizzato da Angelo Vecchio, può essere richiesto tramite questa pagina)