Il referendum e l'esasperazione Gesip

Il referendum e l’esasperazione Gesip

I blocchi a Palazzo delle Aquile
di
2 min di lettura

Fischi, urla e qualche strattonata. Ad attendere le schede dei referendum a piazza Pretoria, eri pomeriggio c’erano anche i lavoratori Gesip. In molti, infatti, si sono accalcati attorno all’entrata del Comune, ad ostacolare il passaggio di chi aveva da poco lasciato i seggi. Quasi un gioco, da fuori. “Non sono d’accordo – commenta una componente del personale amministrativo a villa Trabia – il referendum è una delle poche cose buone che abbiamo, non ha senso ostacolarlo. Ma vanno capiti, sono esasperati”.

Pochi minuti prima però la tensione era molto più alta. A detta di un esponente delle forze dell’ordine, gli operai avrebbero tentato di occupare il Comune, ma dopo pochi minuti tutto sarebbe sfumato senza che nessuno si facesse male. Grida e scatti di rabbia si sono invece avvicendati nei minuti successivi, mentre sui volti di chi trasportava le schede, sotto paccate e qualche carta lanciata dalla folla degli operai, si sono alternati sorrisi e paura. “Non è alla nostra immagine che badiamo, vogliamo solo farci sentire fino a Roma” spiega un addetto alle aree verdi. “Si tratta della nostra dignità che stiamo perdendo dopo 11 anni di lavoro, con figli a carico e mutui da pagare” aggiunge invece un altro lavoratore.

Siamo operai, non vogliamo essere rappresentati dai sindacalisti” commenta però chi, tra i lavoratori, non ha apprezzato l’occupazione di villa Niscemi. I dieci sindacalisti, rappresentanti di Cisal, Cisl e Ugl che sono saliti sul tetto del palazzo ieri pomeriggio in attesa dell’arrivo del sindaco Diego Cammarata, sono scesi intorno alle venti. A sbloccare la situazione l’arrivo della notizia di cinque milioni di euro da Roma, che riusciranno a tamponare le finanze dell’azienda per il mese di giugno. “Speriamo che adesso si riapra il tavolo di trattativa in prefettura – spiega Piero Giannotta della Cisal – . Non sappiamo se questa è solo una situazione temporanea. Siamo arrivati a questo gesto per la mancata comunicazione e per non gravare più sui cittadini, che più di tutti stanno pagando la crisi della Gesip, anche in termini di servizi. Veniamo a sapere notizie frammentate, solo a mezzo stampa. Speriamo che da oggi si riapra un dialogo civile e corretto con le istituzioni”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI